In questo agosto in montagna non mi sono soltanto rilassato, ma ho anche tenuto accesa la mente in vari modi, per esempio visitando alcune mostre. Una è stata allestita nel verde davanti al bar il Palazzetto a Carisolo ed è stata voluta dalla Pro Loco per valorizzare e far conoscere l’estro creativo di una sua collaboratrice, Carlotta Maestri, laureata in beni culturali all’Università di Trento. La giovane ha raccolto la sfida del Getty Museum di Los Angeles che aveva proposto durante il lockdwon di rivisitare alcune opere d’arte fra le più conosciute e amate. Dimostrando doti indubbie di grande creatività, Carlotta ha realizzato personali interpretazioni di celebri dipinti e sculture usando solo oggetti di casa. In realtà, c’era stata una campagna del Ministro dei Beni Culturali già nel 2019 anche se lei non vi aveva partecipato. Ho voluto incontrarla per sentire cosa le ha dato questa esperienza, sia durante l’esecuzione dei lavori, che dopo.
Perché ha raccolto l’invito del Getty Museum?
All’inizio è stato un po’ come un gioco, per passare il tempo. Poi, pubblicandole sui social, è via via diventata una cosa più seria e anche un modo per mostrare queste opere d’arte in un periodo in cui i musei erano chiusi.
Cos’ha provato nei mesi in cui vi si è dedicata ?
Ho riscoperto molti artisti, anzi alcuni non li conoscevo proprio sebbene mi sia laureata in beni culturali. E’ stato bello andare a ricercare queste opere e utilizzare strumenti particolari per realizzare le mie rivisitazioni. Mi piace sottolineare che la sfida è stata anche quella di servirmi solo di ciò che avevo in casa: fra le altre cose, ho usato anche delle lenzuola di mia sorella quando era piccola.
La scelta delle opere è stata solo sua o ha chiesto suggerimento a qualcuno ?
All’inizio le ho scelte io, ma poi, quando ho iniziato a metterle sui social, i miei amici hanno contribuito suggerendomi sempre nuove idee e spunti originali.
Fra gli artisti scelti, in quale riconosce maggiormente il suo sentire?
Van Gogh è il mio artista preferito, lo amo da sempre, perchè, secondo me, esprime in modo sublime tutti i sentimenti che aveva dentro ed è, questo il mio parere, il più grande artista che ci sia mai stato. Al di là del mio giudizio, il fatto che abbia vissuto l’esperienza del manicomio, lo rendeva attuale nel periodo del lockdown, considerato che qualcuno, rinchiuso in casa e magari anche depresso, poteva rispecchiarsi nella sua vita.
La mostra all’aperto sta riscuotendo successo?
Si,e non avrei mai pensato così tanto. Probabilmente influisce proprio il fatto che sia all’aperto e vicino al bar, cosa che incuriosisce. Devo ammettere che è stata una bella idea di Modesto Povinelli, direttore della Pro loco che ha fatto anche un po’ da curatore. Io mi sono dedicata alla preparazione dei pannelli, lui li ha mandati in stampa e ha pensato a come inserirli.
Quali opere le risulta siano state apprezzate in modo particolare?
Alcuni lavori hanno suscitato interesse più di altri, per esempio “Il campo di grano” di Van Gogh, realizzato con l’utilizzo delle matite colorate e quelli di Matisse, “Nudo blu” con i guanti e “La Danza” con le mollette. Ho ricevuto complimenti soprattutto per la creatività che ho dimostrato.
Ha pensato di realizzare con la Pro Loco un volumetto che raccolga le opere in mostra?
Per ora non ne abbiamo ancora parlato, vedremo dopo la conclusione della mostra. Preciso che, oltre alle ventiquattro opere esposte, ne ho fatte un’altra settantina circa e anche ora continuo, tra un esame e l’altro della specialistica e il lavoro in Pro Loco. Magari, visto che è stata così apprezzata, si può pensare ad un volume…
La mostra è aperta fino a sabato 12 Settembre con ingresso libero: che aspettate a visitarla? Seguite il mio consiglio, anzi i miei consigli: percorso d’arte e, al bar, un buon marocchino. Se siete fortunati, ve lo servirà l’artista in persona!
Un’altra mostra che ho visitato con piacere nella serata di venerdì 21 è quella presente al PalaDolomiti in Piazza San Giacomo a Pinzolo, “Artisti in Rendena”, giunta ormai alla settima edizione. Sono presenti i dipinti di 19 artisti che hanno un forte legame con alcuni paesi della Valle. Ho posto qualche domanda a una di loro, Terri Maffei Guerret, cui si deve anche l’allestimento.
La mostra ha successo? Come nasce l’idea di questo evento?
Sì, più delle nostre aspettative. C’è sempre gente, le opere sono apprezzate e riceviamo buoni commenti. La mostra di base è nata come espressione della realtà di coloro che vivono in Val Rendena, o qui soggiornano e sentono di avere qualcosa in comune con il territorio che li ospita. Non è una mostra dove si vuol vendere a tutti i costi, ma proprio l’espressione di ciò che esiste e abbraccia artisti e artigiani molto diversi tra loro: ci sono scultori, c’è chi lavora con il pirografo su legno, sono presenti espressioni di arte tessile, oltre, naturalmente a diversi quadri.
Io che l’ho allestita fin dal primo anno ho sempre combattuto per coinvolgere più artisti possibili, rispondendo alle perplessità che più siamo e più è vario l’insieme di ciò che possiamo mostrare. Lo spirito è essere in numero sempre maggiore, accogliendo non solo chi ha la residenza, ma anche chi ha soggiorna qui, allargando la partecipazione.
Dobbiamo anche qui ringraziare la disponibilità del Comune, in particolare dell’Assessorato alla cultura, per aver creduto nella validità dell’iniziativa concedendoci l’uso delle sale.
Ci sono opere o artisti che ricevono particolare apprezzamento?
Non saprei dirlo. Noto però che si riesce a stupire il visitatore con le cose nuove o quelle più strane.
Gli artisti hanno lavorato anche nel periodo del lockdown?
Naturalmente sì, e parecchi di loro. In alcuni dei lavori esposti esce l’atmosfera del triste periodo che tutti abbiamo vissuto. Ad esempio, all’inizio c’è un dipinto con un viso di donna con una mascherina leggera che suggerisce di osservare le regole…
Pensate di organizzare qualcosa di simile anche nella stagione invernale?
A dir la verità, nelle prime edizioni, per tre anni di seguito, abbiamo fatto a Madonna di Campiglio nel periodo natalizio una piccola edizione con alcuni di questi artisti nella Sala della Cultura. Poi, però, è sorto qualche problema di organizzazione tipico del vivere in montagna e si è persa con gli anni.
La mostra “ Artisti in Rendena” si può ancora visitare, fino a lunedì 31 Agosto, ogni giorno dalle 17 alle 22 con ingresso libero.
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