Corona virus anche qua? No, o almeno non ancora, tanto ci pensano già giornali, tv, radio a informarvi adeguatamente (non tutti, purtroppo). Oggi, 13 Marzo 2020, non posso dimenticare che è un giorno speciale per la musica italiana: compie gli anni, sessanta per la precisione, il rocker di Correggio, Luciano Ligabue. Il Liga è sulla cresta dell’onda da esattamente trent’anni, proprio la metà dei suoi anni, in quanto il suo primo album, “Ligabue”, risale al 1990. In questi tre decenni ha sfornato tantissime canzoni, alcune davvero emozionanti e significative per la sua carriera. Eccone alcune, in rigoroso ordine cronologico, perchè metterle col criterio della bellezza era troppo difficile, lo ammetto. Ritengo che alcune siano ancora oggi molto attuali…
“Balliamo sul mondo” (1990)
Il primo successo del Liga, che gli valse il disco verde al Festivalbar del 1990, premio dedicato al miglior cantante emergente. Riguardo questa canzone il rocker ha detto: “una specie di iperbole che incarna un buon esempio. Un incontro episodico con una ragazza in un locale. In un attimo la si vuole indovindare dentro a una vita che non è come lei vorrebbe. Sempre in un attimo si immagina che abbia parecchio in comune con me. Almeno in quel momento. Nessuna promessa di futuro..”
La vita non è in rima (per quello che ne so) Intervista sulle parole e i testi Editrice Laterza
“Non è tempo per noi” (1990)
“..tutti con l’affanno di divertirsi ad ogni costo. E mi sono divertito anch’io, per carità. Erano i miei vent’anni..Però non fu un passaggio da niente vedere questo enorme salto dal
“Non seguire una moda è un atteggiamento da nerd o sborroni? E stare fuori dal coro? Mettimi un po’ dove credi.”
La vita non è in rima (per quello che ne so)
“Sogni di rock’n’roll” (1990)
Riguardo questa canzone, Ligabue spiega:
“…So che senza sfacciataggine e presunzione non sali su un palco e non scrivi. …sono spinto da una sensazione di urgenza. E’ difficile da spiegare: è proprio come se fosse qualcosa che non riesci a tenere per te…”
“La devo avere scritta una domenica pomeriggio, poche ore dopo il sabato sera di cui racconto…nel raccontare quella situazione ho sentito nella canzone una verità diversa, una presenza di me stesso diversa…Sono convinto che la lettura di Tondelli ha covato dentro di me fino a portarmi alla scrittura di Sogni di rock’n’roll e delle canzoni che sono venute dopo. Era semplicemente lo sprone a usare la mia vera voce…Era la fotografia semplice di una situazione che lo era altrettanto. Poi, forse il racconto sviluppava una specie di messa in scena che permetteva a chi l’ascoltava di agganciarsi a una situazione vissuta o comunque piuttosto comune…Semplicemente, quella canzone ha avuto il potere di aprirmi un mondo. Mi sono detto: allora sono queste le canzoni che devo scrivere… dovevo raccontare il mondo in cui lo vivo e come lo vivo. E farlo senza sconti: con lamia totale presenza e partecipazione.”
La vita non è in rima (per quello che ne so)
“Sarà un bel souvenir” (1991)
“…ho letto che sembra che ogni artista abbia una predisposizione malinconica…so che è vero per me e credo che sia uno sfondo frequente nella mia scrittura. Quando addirittura non passa in primo piano, non diventa proprio protagonista. Mi viene in mente Sarà un bel souvenir.”
La vita non è in rima (per quello che ne so)
“I duri hanno due cuori” (1993)
“Nel tempo, la canzone più votata dai fan quando devono scegliere le canzoni da ascoltare al raduno. Una storia di tradimento e di accettazione del tradimento con risvolti (per un attimo) noir…Rock aperto, anche in questo caso, ma con la curiosità di diverse parti di recitativo.”
La vita non è in rima ( per quello che ne so)
Ho messo via (1993)
“La canzone più popolare dell’album (Sopravvissuti e Sopravviventi, nda) comincia su un accompagnamento al piano e racconta della fatica del crescere.”
La vita non è in rima (per quello che ne so)
“A che ora è la fine del mondo?” (1994)
“Mi piaceva l’idea che dava quel titolo, immaginando che qualcuno facesse quella domanda un po’ annoiato, come avrebbe chiesto di qualsiasi altro spettacolo televisivo. Berlusconi aveva appena vinto le sue prime elezioni, il suo partito in pochi mesi era nato e diventato il partito di maggioranza relativa e lui sosteneva che le televisioni in quello non c’entravano per niente.Mi sono reso conto che non è facile trasferire l’ironia nelle canzoni. In A che ora è la fine del mondo? mi sembra sia arrivata
La vita non è in rima (per quello che ne so)
“Vivo morto o x” (1995)
“Credo che vita sia la parola più usata in tutte le mie canzoni. Ed è una parola che non smetterà mai di finire nelle mie canzoni… Ho avuto una falsa partenza alla nascita, nel senso che sono nato in casa e l’ostetrica si è accorta molto tardi…Poi a un anno e mezzo mi hanno operato urgentemente di appendicite che stava per andare in perintonite. Mi hanno acciuffato un po’ per i capelli. A cinque anni, poi, dovevo fare le tonsille e il chirurgo riesce a sbagliare una delle operazioni più semplici..Insomma, anche lì mi riacciuffano a fatica…con tre episodi del genere nei primi cinque anni di vita, il mio imprinting è chiaramente il conflitto con la morte. E sembra facile dire che la risposta sia nella ricerca d’intensità nella vita, che infatti è la base di parecchio del materiale che ho scritto e che scrivo. Che venga espressa attraverso l’energia, la malinconia, la resistenza al dolore.”
“Anch’io sono stato professore per un giorno. Il 28 Maggio 2004 l’Università di Teramo mi ha dato la laurea honoris causa in Editoria, comunicazione multimediale e giornalismo. E così mi è toccato tenere la mia lectio doctoralis…Ad agitarmi c’era soprattutto un motivo personale. In quel momento, infatti, continuavo a ripensare a mio padre, che negli anni mi aveva rimproverato di non aver fatto l’università …Si sentiva in colpa che non avessi fatto lettere…E allora l’idea che mi venisse data una laurea era una possibilità per mettermi in pari. Lui non c’era già più ma pensavo che in qualche modo questa cosa gli avrebbe fatto piacere.
La vita non è in rima (per quello che ne so)
“Hai un momento Dio?” (1995)
“..volevo dire quanto fosse necessario per me poter aver un dialogo con un Dio di cui non dover avere per forza timore. Quindi raffigurarselo addirittura all’interno di un bar, con addosso un bel gilet. Ovviamente voleva essere una cosa paradossale e leggera, non dico provocatoria: in qualche modo l’idea di umanizzarlo così tanto secondo me gli portava dei punti. ”
La vita non è in rima (per quello che ne so)
Certe notti (1995)
“Per il testo spesso parto dal ritornello. O, per meglio dire, dal nucleo della canzone, da quello che è il nocciolo duro. Se non è il ritornello, è la frase che apre la canzone e che probabilmente si ripeterà più volte durante la canzone. E’ una tecnica che mi piace e che uso spesso. In Certe Notti, per esempio….Mi sono detto: va beh, se vogliono gli accordi, glieli dò, nella prossima canzone ci metto dentro tutti quelli che ci stanno nella tonalità che sceglierò. …in Certe notti feci..le strofe in maggiore e il ritornello in minore. Così che il ritornello avesse la malinconia necessaria. ”
La vita non è in rima (per quello che ne so.)
“Tra palco e realtà” (1997)
E’ la descrizione di come si sta al di qua di quella famosa proiezione che a volte ti schiaccia e a volte ti attira, nel senso che hai la tentazione di assomigliare a uno di questi modelli fantastici. Si fatica a non lasciarsi calamitare in un gioco del genere, ed è una fatica vera. Con tutti i pregi e i limiti del caso, questa canzone rappresenta abbastanza il mio modo di essere e di fare. Il testo per certi versi è impegnativo, ma c’è anche un umore scanzonato e a me piace fare così, prendere argomenti di un certo peso ma ogni tanto sbeffeggiarli, non farmene troppo carico.
“…Parla di un disagio mentre cerca di farti ballare. E, infatti, la canzone dal vivo ha sempre avuto una risposta impressionante. Racconta di alcune difficoltà che possono nascere col pubblico, mentre il pubblico è là che salta a tempo. Per questo è una di quelle canzoni che, secondo me, più mi hanno fatto arrivare a stringere un patto con chi avevo davanti. Perchè, sentirmi così diretto nel raccontare questo disagio, questo problema dell’idendità che dipendeva anche da loro, credo sia stato preso come un atto di onestà: un gesto di sincerità che ci ha permesso di avvicinarci ancora di più…Io ho avvertito sempre di più, negli anni, che chi mi segue lo fa perchè si fida. E in questo fidarsi, credo, c’entra anche il mio scrivere sui rispettivi ruoli, sulle costruzioni mentali che questi ruoli producevano sull’uno e sull’altro…”
La vita non è in rima (per quello che ne so)
Una vita da mediano (1999)
C’è una metafora calcistica, ma si parla della fatica di vivere, nel senso che la vita è un piacere ma anche qualcosa che un po’ ci si deve guadagnare con il sudore e con la volontà. Io credo che la gente consapevole difficilmente pensa di essere benedetta da genio o talento e che, se vuole produrre qualcosa, deve farlo faticando. Io sono così. Non sono nato con il numero 10 sulle spalle, non sono nato Platini: e anche in musica, i 9 sono ben altri, sono i Bob Dylan, i Kerouac. Questo non vuol dire che il ruolo di mediano non abbia un suo valore; è un ruolo di qualità, di responsabilità, anche se un po’ nell’ombra.
Questa è la mia vita (2002)
E’ il tema di coda del film “Da zero a dieci” e non lo dico solo per precisione: bisogna ricordarsi che è comunque legata ai personaggi della storia – era a loro che volevo far dire certe cose. Comunque rappresenta benissimo anche me: non venite ad insegnarmi come dovrei vivere. Se ho bisogno ve lo faccio sapere.
L’amore conta (2005)
“Sto con Barbara…e adoro i miei due figli. Credo nella famiglia, anche se ho visto fallire la mia prima, dato che ho divorziato..Una volta in un’intervista Fernanda Pivano mi ha chiesto quale fosse la cosa migliore che avevo fatto nella vita e le ho risposto aver fatto due figli…”
“Spesso una separazione fa pensare alla fine non solo di un percorso insieme, ma anche di un periodo della vita. Quella frase (Forse qualche Dio non ha finito con noi) significa semplicemente che nella realtà poi la vita è tutta da vivere e quello che ci può essere dopo nessuno lo può sapere. E dunque puoi anche mettere in preventivo che casomai ci possa essere qualcosa di meglio, dopo quella separazione. Era un segnale di speranza in una canzone che voleva raccontare del dialogo che riprende fra due persone dopo che hanno superato la parte più sofferta della separazione.”
“In generale, quando parlo di amore..parlo di una vera e propria condizione, che spesso ti viene indotta anche dall’innamoramento. Una condizione grazie alla quale si vive un sentimento di apertura e fiducia nei confronti del mondo, della vita, dell’universo…l’amore ti rilassa, rappacifica, ti fa vedere gli altri con un occhio più benevolo, meno malizioso, meno critico, meno giudicante….nelle relazioni che ho avuto il riuscire a ridere insieme è sempre stata una cosa che faceva una certa differenza…”
La vita non è in rima (per quello che ne so)
Le donne lo sanno (2005)
Il titolo basterebbe. Forse bastava che avessi anche solo ripetuto quella frase durante tutto il brano. Ammetto semplicemente la superiorità del genere femminile rispetto al nostro e ammiro la loro potenza. E come sembrino frequentare mondi che noi non conosciamo. Mi piace molto la sua freschezza musicale. Come quella del suo arrangiamento.
“Tendo un po’ a idealizzare le donne, o almeno alcune delle donne che ho conosciuto. Quindi tendo a vedere una perfezione che non esiste..mentre io sono ben lontano dal sentirmi perfetto. Il punto è che, secondo me, le donne lo sanno.”
La vita non è in rima (per quello che ne so)
Niente paura (2007)
“…altra canzone che in tanti mi dicono abbbia trasmesso coraggio e speranza in un momento delicato…Il ritornello, a quel punto, sembra un mantra, come se la ripetizone di quella frase fosse più necessaria che mai. Ma anche lì c’è leggerezza, musicale, portata in questo caso da un controcanto fatto con il pianoforte. Poi credo che quel < mi hanno detto così> renda un po’ più fragile, più umana, forse più vera la nettezza di quell’affermazione.”
La vita non è in rima (per quello che ne so)
E, mi permetto di aggiungere, questo è proprio uno di quei momenti delicati di cui parla Ligabue.
Buonanotte all’Italia (2007)
“Io sono sicuro dell’amore che provo verso questo Paese e sono sicuro della sofferenza che questo amore mi comporta. Perchè tanto amo questo paese tanto lo vedo nelle condizioni in cui versa: la sua incapacità di essere moderno, di funzionare, di liberarsi di tanti e antichi retaggi: delle vecchie trame, delle occupazioni dei centri di potere…In effetti continuiamo a vivere lo strazio di esser attorniati da così tanta bellezza e di esser sempre meno capaci di conservarla e forse di meritarla….Da parecchio tempo questa bellezza è senza navigatore, senza quello che tiene il timone: senza nocchiero, come si direbbe in letteratura…facevamo girare sullo schermo delle foto di gente che ha rappresentato l’essere italiani e la bellezza che gli italiani hanno saputo produrre…”
La vita non è in rima (per quello che ne so)
Nel tempo (2010)
Questa è una canzone autobiografica, in quanto Ligabue ripercorre i suoi primi cinquant’anni.
Atto di fede (2010)
“Lo so perchè l’ho verificato: avere fiducia nella vita permette alla vita stessa di essere più degna di essere vissuta. Anche se quell’atto di fede non è così facile. Fra le convinzioni che ho c’è ancora quella per cui si raccoglie ciò che si semina. Ho una forte componente spirituale e credo moltissimo nel bisogno di credere. Ho bisogno anche di pensare che il credere nobiliti la vita. Mi relaziono con un’entità a cui non do per forza una faccia.”
La vita non è in rima (per quello che ne so)
Devo dire che mi rispecchio abbastanza in queste parole di Ligabue, come sa chi mi conosce.
Caro il mio Francesco (2010)
Ligabue spiega : “Con Guccini le affinità sono soprattutto extra artistiche. Le radici, la non – frequentazione dell’ambiente, il dialetto. L’esperienza di Radiofreccia ci ha permesso di conoscerci meglio e da allora ogni tanto ci frequentiamo. Una notte, con il pretesto di scrivergli una lettera, ho fatto una mia Avvelenata, meno aggressiva comunque della sua. Ma, come la sua, con la funzione di permettere uno sfogo e buona lì.”
La vita non è in rima (per quello che ne so)
Il meglio deve ancora venire (2010)
Il rocker spiega: “..ho visto in quanti avevano voglia di sentirsi dire che il meglio deve ancora venire. E ancora di più in quanti avevano bisogno di dirlo ad alta voce o- meglio ancora- di cantarlo. Beh, è evidente che nessuno te lo può garantire. Ma è altrettanto evidente che pensarlo possibile ti spinge a darti da fare, tanto. Perchè se ti rassegni, se pensi che invece il meglio sia passato, allora ti metti nel tuo angolo, immobile, ad aspettare l’arrivo del peggio. Certo, è stato buffo vedere quella frase sui giornali quando Barack Obama è stato rieletto.”
La vita non è in rima (per quello che ne so)
Ora e allora (2011)
Un’altra canzone che fa molto riflettere, uno dei tre inediti contenuti nell’album Campovolo 2.011
Il muro del suono (2013)
“…è la sensazione che ci sia una sorta di caos: un rumore di fondo che ci imprigiona, ci ingabbia, non ci permette di ascoltare. Ho dato sfogo alla mia indignazione…Mi piaceva descrivere l’atto di sfregare il cerino come un atto importante, pur nella sua breve durata e forse anche nella sua relativa efficacia. Quella luce, alla lunga e unendo le forze potrebbe cambiare la situazione. La storia ce l’ha insegnato: chi succhia denaro, potere e fiducia al prossimo, casomai si ricicla, ma non cambia mai la sua natura di vampiro…una delle punte più amare della canzone, ma purtroppo vera: chi doveva pagare non ha mai pagato.”
La vita non è in rima (per quello che ne so)
Il sale della terra (2013)
“..parla di una crisi che non è solo economica, ma anche sociale e di comportamento. Ha a che fare col bisogno di potere, con le conseguenze prodotte da chi vuole conquistare il potere ad ogni costo e a ogni costo mantenerlo. E’ una crisi talmente drammatica che non sono riuscita a non raccontarla in una canzone..l’immagine del Vangelo di Matteo è usata per contrasto…sorpresa,risata,promessa,chiarezza..potrebbero sembrare vocaboli positivi ma cambia tutto se si legge la frase fino in fondo.”
La vita non è in rima (per quello che ne so)
Siamo chi siamo (2013)
“Siamo formati da tante cose, tra cui anche le poesie che ci hanno fatto imparare a memoria a scuola…le rughe non finiscono in un altro ritratto, le vedo sempre quando mi specchio, le porto tutte sulla mia pelle. In realtà…le rughe che ho sono i tentativi che non ho fatto. Di certo nella vita non facciamo tutto quello che ci viene in mente e quindi spesso è facile poter fare i conti con quello che non si è fatto.”
La vita non è in rima (per quello che ne so)
Tu sei lei (2013)
“è ancora più specifica rispetto alle altre canzoni d’amore..una dichiarazione d’amore definitivo. Non ho conosciuto donne che non si riconoscessero difetti fisici: non mi è mai capitato. E’, direi, un fatto antropologico. E in genere non le rassicura più di tanto il fatto che tu dica che per te quelli non sono difetti… Quando si è sentimentalmente coinvolti, viene da pensare che le cose restino immutabili…Qualche aspetto che non è cambiato più di tanto in effetti c’è.”
La vita non è in rima (per quello che ne so)
Per sempre (2013)
Ligabue dedicò questa canzone ai suoi genitori spiegando: “più specifica del solito rispetto ai racconti sulla mia vita familiae…Ci sono delle immagini, delle istantanee che diventano eterne, senza tempo. Sono cose destinate a farti compagnia per tutta la vita: fotografie che non hai bisogno di una macchina o di un telefonino per scattare. Diciamo che è una specie di triade degli affetti: il padre, la madre e le donne che hai amato in un certo momento…Le canzoni..diventano la colonna sonora delle persone”.
La vita non è in rima (per quello che ne so)
Considero un lodevole gesto che il Liga abbia omaggiato i suoi gentori con una canzone.
Sono sempre i sogni a dare forma al mondo (2013)
“Un concetto che stride e mi piaceva fosse chiaro che è quello che penso. Credo che i sogni diano davvero forma al mondo: tutte le imprese, le cose realizzate, qualsiasi cosa abbia plasmato il mondo nel quale viviamo è passata attraverso il sogno di qualcuno che poi l’ha realizzato…la nostra idea di realtà passa attraverso il nostro modo di vederla e quindi anche attraverso il modo di sognarla, a occhi aperti casomai… Anche se non ce ne rendiamo conto…ogni attimo è diverso. Quello che te lo fa vivere uguale è il tuo modo di reagire.”
La vita non è in rima (per quello che ne so)
Il videoclip del brano affronta il tema della violenza sulle donne in particolare, dando spazio anche ai “sogni” di un bambino e di altra gente.
Made in Italy (2016)
Nella canzone sono citate alcune delle più famose città italiane e vengono menzionati anche i luoghi più importanti o gli avvenimenti più conosciuti,
E’ il secondo singolo estratto dall’album omonimo e aveva anticipato di una settimana l’uscita del disco, l’undicesimo di inediti di Ligabue.
Certe donne brillano (2019)
Anche nell’ultimo album di inediti non è mancata una canzone che Ligabue ha dedicato alle donne. Il singolo è stato pubblicato proprio in occasione della festa della donna dello scorso anno.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.