Nella notte italiana si è svolto il secondo confronto televisivo tra i candidati che partecipano alle primarie del partito repubblicano in vista delle elezioni presidenziali americane. Come prevedibile, c’è stato anche stavolta il “Trump show”, pur se in tono minore rispetto ad altri eventi. Attaccato per la sua inesperienza in politica estera e per il suo carattere irascibile, Trump ha, infatti, garantito che il suo “temperamento è buono e calmo”. E si è distinto anche per una dichiarazione sul presidente russo Vladimir Putin: “Parlerei con lui e credo che andremmo d’accordo. Altrimenti scegliero’ un’altra strada. Ma sono convinto che andrei d’accordo con molti leader internazionali con i quali oggi abbiamo scontri”, affrettandosi, però, a precisare: “Ne saprò di più dei problemi del mondo quando mi siederò alla presidenza”. Tra gli altri contendenti, è probabilmente solo Carly Fiorina a distinguersi . La ex ceo di Hp si rivela la sorpresa della serata, mentre Jeb Bush ci prova ma non brilla, privo di quell’energia su cui lo stesso Trump fa dell’ironia nella lunga diretta tv.
Quasi tre ore di replica e contro replica e risposta, appelli, annunci e autopromozione per gli undici candidati schierati davanti all’aereo presidenziale che fu di Ronald Reagan. L’ombra del 40esimo presidente degli Stati Uniti è molto ingombrante sugli aspiranti commander in chief riuniti nella sua biblioteca presidenziale in California, al punto che lo stesso Trump è meno spumeggiante, sebbene inizi presto la sfida all’uomo da battere.
Fin dal primo intervento, i contendenti attaccano l’outsider che è salito in cima ai sondaggi: Fiorina, in particolare, lo definisce «buon intrattenitore» mentre Bush si mostra attento a conservare un profilo moderato. Chi, invece, sfoggia una rinnovata carica energica è Scott Walker, che afferma deciso: «Non abbiamo bisogno di un apprendista alla Casa Bianca. Ne abbiamo già uno», riferendosi al reality tv `The Apprentice´ lanciato proprio da Trump. Il tycoon non si fa intimidire e replica agli attacchi, confermando le sue qualità da businessman che, ne è convinto, farebbero molto bene al Paese. E anche stavolta non perde l’occasione per battute nel suo stile, rivolgendosi a Rand Paul: «Non ho mai giudicato il tuo aspetto, eppure ce ne sarebbe da dire a riguardo… ».
I botta e risposta più interessanti sono, però, con Bush e Fiorina. Bush prova a incidere e ad alzare i toni del dibattito ma non entra nel vivo del confronto. E quando cerca di incalzare Trump lo deride: «Guarda quanta energia stasera, mi piace….». Da Bush nessuna risposta e neanche sull’immigrazione lo scambio si scalda particolarmente, pur spiegando il suo piano per gestirla. Ma poi si accende quando si parla della presidenza di George W.: «C’è solo una cosa che si può dire su su mio fratello: ci ha mantenuto sicuri», ha ribattuto con fermezza Bush, in risposta a Trump che accusava l’ex presidente di avere di fatto consegnato il Paese a Barack Obama. Bush ha, poi, affermato l’intenzione di nominare alla Corte Suprema solo giudici conservatori.
Chi pare emergere particolarmente è, invece, Fiorina, la sorpresa della serata secondo tanti osservatori, secondo cui il confronto diventa un vero e proprio palcoscenico per la ex numero un di Hp , in grado di fronteggiare anche Donald Trump. «Ci si aspettava uno scontro Trump-Bush, ma è Fiorina che ha riscaldato la serata, commenta Politico. Anche per il Washington Post «la scena è stata dominata in gran parte non da Trump ma da un altro outsider, Fiorina, che – si sottolinea – ha ricevuto fragorosi applausi per i suoi attacchi a Trump costringendolo più di una volta sulla difensiva, più di ogni altro candidato presente». L’ex Ceo di HP ha, per esempio, risposto in modo seccato all’intervistatore che le chiedeva un commento alle critiche di Trump (aveva criticato il suo look). “Tutte le donne hanno sentito chiaramente cosa ha detto”, la sua battuta mentre lui ha proseguito in un secondo momento, esprimendo un giudizio molto negativo sulla sua performance al vertice di HP, definita “un disastro”.
Sono rimasti nell’ombra, invece, gli altri candidati, alcuni letteralmente scomparsi. Come Marco Rubio, che non incide neanche su un tema a lui molto caro, l’immigrazione, e si è detto fiero della sua preparazione in politica estera, criticando l’accordo con l’Iran sul nucleare, cosa che è stata fatta da quasi tutti i presenti con decisione. Si rivela deludente anche Ben Carson, l’altro non-politico recente exploit nei sondaggi che, tolto un paio di “high-five” con Trump, non ha fatto vedere particolari prodezze, sottolineando la sua antipatia per i politici tradizionali, accusati di opportunismo.
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Pubblicato da Paolo Fornasari
giornalista pubblicista per Corriere della Sera( Corriere del Trentino) Mondo Padano, blogger, addetto stampa della U.S. San Bartolomeo, del comitato FierAgrumello, del comitato "Salviamo il territorio" (Grumello Cremonese) e della Pro Loco Vedi tutti gli articoli di Paolo Fornasari