Aldo Moro e quelle idee ancora molto attuali

Nei giorni scorsi abbiamo avuto modo di assistere al ricordo dell’opera di Carlo Azeglio Ciampi, venuto a mancare il 16 di questo mese, definito da più parti grande servitore dello Stato in diverse epoche e ricoprendo diversi ruoli. In particolare fu Governatore della Banca d’Italia per quattordici anni (1979-1993), poi Presidente del Consiglio nel difficile biennio 1993-1994, Ministro del Tesoro nel primo governo Prodi e D’Alema (1996-1999), decisivo per l’ingresso dell’Italia nell’Euro, e da ultimo Presidente della Repubblica dal 1999 al 2006, ricordato per aver fatto riscoprire la Festa della Repubblica e simboli quali l’inno nazionale e il tricolore.

Oggi, invece, 23 settembre, verrà ricordato un altro grande politico italiano, Aldo Moro, che avrebbe compiuto 100 anni. Moro morì a 62 anni, ucciso dalle Brigate Rosse, che l’avevano rapito nella primavera del 1978. Anche lo statista barese ha servito la Nazione in vari modi, innanzitutto come membro dell’Assemblea Costituente, in rappresentanza della Democrazia Cristiana, partito che contribuì a fondare e del quale fu segretario dal 1959 al 1964 e presidente dal 1976 al 1978. Aldo Moro ricoprì l’incarico di Presidente del Consiglio dal 1963 al 1968 e dal 1974 al 1976, Ministro degli Esteri dal 1969 al 1972, dell’Istruzione dal 1957 al 1959 e anche della Giustizia dal 1955 al 1957.

Non sono in grado di presentarvi un “ritratto” di Aldo Moro che risulti completo ed esaustivo, per cui preferisco ricordarlo proponendovi una scelta di sue frasi che ritengo significative e ancora attuali.

Quando si dice la verità non bisogna dolersi di averla detta. La verità è sempre illuminante. Ci aiuta ad essere coraggiosi.
Questa dichiarazione è utile a tutti, ma penso che Moro alludesse principalmente ai per i politici, che dovrebbero davvero imparare a non mentire ai cittadini anche se spesso dire come stanno le cose risulta impopolare.

Nessuno è chiamato a scegliere tra l’essere in Europa e essere nel Mediterraneo, poiché l’Europa intera è nel Mediterraneo.
Frase, questa, molto attuale considerati i problemi di appartenenza che non solo permangono nei Paesi europei ma anzi si fanno sempre più gravi a causa dell’immigrazione massiccia cui assistiamo.

stoptratta.org
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Non basta parlare per avere la coscienza a posto: noi abbiamo un limite, noi siamo dei politici e la cosa più appropriata e garantita che noi possiamo fare è di lasciare libero corso alla giustizia, è fare in modo che un giudice, finalmente un vero giudice, possa emettere il suo verdetto.
Questa profonda affermazione andrebbe presa in considerazione con molta attenzione da quei politici che preferiscono difendersi dal processo anziché nel processo.

Per fare le cose, occorre tutto il tempo che occorre.
Pensiero breve, ma comunque rilevante che dovrebbe leggere chiunque è chiamato a governare e che è convinto che si possano fare le cose in fretta senza valutarle da vari punti di vista. In tal modo si prendono decisioni che poi creano una situazione peggiore di quella che avrebbero dovuto sanare.

Caro Onorevole Andreotti non le basterà la cortesia diplomatica del Presidente Carter, che le dà (si vede che se ne intende poco) tutti i successi del trentennio democristiano, per passare alla storia. Passerà alla triste cronaca, soprattutto ora, che le si addice.
Interessante (preveggente?) giudizio di Moro del controverso politico democristiano.

mybelice.it
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Io credo dunque nei partiti; nei partiti, diversi come sono diversi gli uomini e le loro intuizioni, come son diversi gli interessi e gli ideali che essi esprimono.
Riflessione che, letta oggi, suona molto amara, considerato il forte sentimento ostile ai partiti così diffuso ormai.

sentimeter.corriere.it
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Questo Paese non si salverà, la stagione dei diritti e delle libertà si rivelerà effimera, se in Italia non nascerà un nuovo senso del dovere.
A distanza di tanti anni, purtroppo questo senso del dovere si intravede soltanto in rare occasioni, magari solo dopo eventi tragici, mentre nella quotidianità continua a imperversare un malcostume diffuso e il dovere, come l’onestà, la trasparenza…sono spesso bei termini di cui ci si riempie la bocca, senza che vengano confermati dall’agire.

tag24.it
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L’equilibrio tra le crescenti libertà della società moderna ed il potere necessario all’ordine collettivo è fra i più grandi, se non il più grande problema della nostra epoca.

Non è importante che pensiamo le stesse cose, che immaginiamo e speriamo lo stesso identico destino, ma è invece straordinariamente importante che, ferma la fede di ciascuno nel proprio originale contributo per la salvezza dell’uomo e del mondo, tutti abbiano il proprio libero respiro, tutti il proprio spazio intangibile nel quale vivere la propria esperienza di rinnovamento e di verità, tutti collegati l’uno all’altro nella comune accettazione di essenziali ragioni di libertà, di rispetto e di dialogo.

La vera libertà si vive faticosamente tra continue insidie.

Il potere si legittima davvero e solo per il continuo contatto con la sua radice umana e si pone con un limite invalicabile: le forze sociali che contano per se stesse, il crescere dei centri di decisione, il pluralismo che esprime la molteplicità irriducibile delle libere forme della vita comunitaria.

Il decentramento nella gestione degli interessi comuni, la determinazione di centri più vicini e controllabili, la fiducia riposta nei direttamente interessati, sono altrettanti strumenti dell’avvicinamento del potere agli amministrati e dell’umanizzazione di esso come garanzia del suo retto fine.
Queste ultime due sono argomentazioni che, oltre ad essere molto interessanti, sono anche decisamente attuali se consideriamo che al rapporto tra lo Stato e gli Enti locali (Regioni soprattutto ma anche Province e Comuni) è dedicata una parte importante della Costituzione, più volte oggetto di modifica. La stessa riforma costituzionale su cui saremo chiamati a esprimere un giudizio nel referendum tocca anche il Titolo V della Costituzione, riportando il potere decisionale allo Stato.

Vi lascio alle riflessioni personali.
Giornali e canali tv faranno il resto.