Autunno: il tempo del ritorno

Settembre poi ci prenderà, coi suoi venti di pioggia…”. Ecco, sto scrivendo in una giornata di metà settembre che rispecchia fedelmente ciò che canta Venditti nella sua canzone dedicata a questo mese…
So cosa state pensando, che pubblico l’articolo oggi perchè è il primo giorno d’autunno. Precisazione: l’autunno meteorologico (l’avreste detto?!?!) è già iniziato il 1 Settembre e terminerà il 30 Novembre, quando inizierà l’inverno, sempre da un punto di vista meteorologico. Vedo, però, di non fare troppo il saccente e vengo a quanti tutti conosciamo, l’equinozio d’autunno che quest’anno cadrà alle 14:21 del 22 Settembre. L’autunno avrà termine il 21 Dicembre alle 10:14.
Torniamo a Settembre, un mese particolare che rappresenta per molti il ritorno alla normale vita quotidiana dopo la pausa estiva con la spensieratezza (per qualcuno stress?!) delle vacanze. E’ il mese in cui riprendono le scuole, il mese in cui si fanno progetti per dare una svolta alla routine delle vita: si inizia, o si vorrebbe iniziare, una dieta, un nuovo corso di ginnastica, o di lingua, di ricamo o di cucito… Si può, quindi, affermare che, in realtà, sia proprio il nono mese dell’anno a rappresentare il vero inizio di un nuovo anno.
Questo è vero anche perché con Settembre si apre davanti a noi la parte dell’anno più importante, quella che invita a riflettere, quella nella quale cercheremo di impegnarci per portare a termine (o almeno iniziare…) ciò che ci siamo prefissati.

Se ci pensiamo bene, tra tutte le stagioni, l’autunno è l’unica nella quale si riesca a stare davvero bene. Anche il meteo non costituisce mai un cruccio: la pioggia è attesa, dopo l’arsura estiva, e generalmente la si aspetta, la si mette in conto nel programmare le attività di questa stagione. L’autunno, credo che molti concordino, è la stagione più dolce, quella che invita alla calma, è paragonabile al tramonto dopo una giornata frenetica. E’ la stagione del ritorno a casa dopo i viaggi estivi, dei loro ricordi rivissuti attraverso uno scatto fotografico, un souvenirche ci riporterà solo certi momenti… e ci commuoverà fino a farci contenti“, come cantava Ligabue …Sono i giorni delle prime foglie gialle sugli alberi nei giardini e nei viali, dei tanti caldi colori e intensi profumi che invitano a stare insieme attorno a un tavolo, non tanto alla ricerca di un divertimento forzato, come succede talvolta in estate, ma per parlare, conoscersi, gustare un buon piatto (tanto, da domani, ci si metterà a dieta!)

voglioviverecosi.com
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Certo, non è facile abbandonare la spensieratezza che ha caratterizzato le giornate estive, ma se usiamo un po’ di entusiasmo, magari riusciamo a cogliere quella “strana felicità” di settembre di cui parla Jovanotti in una sua famosissima canzone dello scorso anno, “L’estate addosso“.
Io vi voglio venire in aiuto con qualche consiglio, che ho pescato qua e là, utile per affrontare il rientro tra i banchi, in ufficio, insomma, al travaglio usato, per dirla alla Leopardi.
• Qualcuno suggerisce, per ritrovare più facilmente il ritmo, di cominciare già nell’ultima settimana di vacanza a puntare la sveglia per abituarci a un orario che si avvicini a quello che dovremo rispettare una volta tornati in città.
• Qualcun altro sostiene che, dopo aver disfatto la valigia dei viaggi, è propedeutico iniziare a fare quella dei progetti per il nuovo anno, inserendovi nuove cose da apprendere, obiettivi da non fallire e magari qualche altro viaggio per scoprire nuovi luoghi. Può bastare la partecipazione a una delle innumerevoli sagre autunnali che ci sono anche a due passi da casa. La cosa fondamentale deve essere quella di non perdere la carica vacanziera che può ritornare riguardando le foto e riascoltando la musica che ha fatto da sottofondo ai giorni estivi.
• All’universo femminile viene in aiuto il pianeta-moda. Se il cambio dell’armadio rende isteriche (potete immaginare la fonte della mia affermazione!), le riviste che danno suggerimenti, le vetrine dei negozi che espongono le nuove tendenze offrono un valido aiuto a riprendere il ritmo della quotidianità alle ragazze dai 16 ai 93 anni (stavolta Lina Sotis docet, ma chi la cita di frequente è sempre Lei!). Davanti all’armadio con i capi autunno-inverno dell’anno passato, le ragazze di cui sopra passeranno dallo sconforto ( Non ho nulla di decente da mettere!) a un sorriso che non promette nulla di buono per le finanze di casa… Non sono forse la persona più adatta a parlarvi di ciò, ma vi assicuro che mi sono documentato: per il prossimo inverno andranno il verde in tutte le sfumature per chi è sicura di sé, il burgundy (una nuance di rosso più accattivante), il panna (insieme al bianco, al beige, al carne…), il giallo (canarino, senape, ocra), il rosa, il grigio, ma anche il nero, il blu… senza dimenticare il camouflage e l’animalier… Mi fermo qui, anche perché mi pare che vada tutto e il contrario di tutto… Ho scoperto, però, che una volta trovato il colore preferito (sperando che sia uno solo!), questo sarà da scegliere per ogni cosa: abito, trucco, cocktail, accessori per il cane… A parte che non capisco come si possano seguire i capricci della moda a ogni cambio di stagione, il mio pensiero va soprattutto al cane: povera bestia, chissà come si sentirà a disagio con i suoi simili con “il papillon di Louis Vuitton” (cit da “Vorrei ma non posto” di Fedez e J Ax) o un cappottino rosa in tinta con la pelliccia della sua padrona.

E per noi uomini? Cosa volete che vi dica, mi fa un po’ sorridere l’idea di offrire dei consigli… potrei parlarvi di come faccio io, ma non credo proprio vi interessi, per cui vi invito a guardare le vetrine e scegliere qualcosa in cui vi sentiate bene e solo in quel caso decidere di portare in città le pantofole pelose che ho visto da più parti…
• Invece mi pare apprezzabile la tendenza sempre più di moda di praticare la condivisione (sharing per gli anglofoni), ad esempio per potersi muovere in città in bici, in macchina senza averne una di proprietà.
• Se poi i temi ambientali vi coinvolgono (veramente dovremmo sentirci tutti coinvolti…) e volete comportarvi in modo ecosostenibile, scegliete di indossare qualcosa di eco, come per esempio le ecotoosh, sciarpe di cachemire tutte italiane, predilette anche dalla first lady americana, Michelle Obama. Più semplicemente e per un uso quotidiano, uscite per gli acquisti con la shopper riutilizzabile.
• Intrigante, oltre che risparmioso (il computer segna errore, ma lo fa anche se scrivo petaloso…), sperimentare il baratto di capi d’abbigliamento, seguendo i consigli contenuti nel libro “I love swapping” di Marina Martorana, datato 2009, ma sempre utile allo scopo.

marketingland.com
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Andiamo oltre, però, anche perché, mentre scrivo, mi sono venute un paio di idee per il prossimo futuro, in vista delle feste di fine anno e delle vacanze (!) in montagna…

Torniamo perciò più seri. Ormai abbiamo accettato il fatto di essere ripiombati alla realtà di tutti i giorni e, tutto sommato, non ci dispiace neanche tanto. Riprendiamo, così, la bella abitudine di segnare sul calendario alcune date:

1. Il 12 è stata la “Giornata senza sacchetti di plastica”, promossa con orgoglio a fine luglio 2009 dalla Marine Conversation Society (MCS), la società no profit principale del Regno Unito che si occupa della pulizia dei mari, delle coste e della fauna selvatica. L’idea di creare una giornata mondiale senza il sacchetto di plastica è, in realtà, nata per merito dei gruppi di Google Plastic Bag Free, i quali operano a livello locale per rendere le loro aree prive di sacchetti. E’ importante cercare di far sì che questo gesto non resti isolato perché la plastica inquina, è nociva per la terra e le acque e non si distrugge nel breve e medio periodo. Ecco, quindi, alcuni semplici gesti che può fare ciascuno di noi, naturalmente non solo il 12 Settembre che, mentre scrivo è già passato:
lasciare il sacchetto di plastica alla cassa del supermercato;
portare con sé borse riutilizzabili di stoffa (magari in cotone biologico, in vimini o in altri materiali naturali), anziché i sacchetti usa e getta,
suggerire ai negozianti di dare ai clienti borse riutilizzabili al posto di questi ultimi;
• mettere a pagamento i sacchetti di plastica e le borse riutilizzabili nei punti vendita per favorire il riutilizzo;
• per chi ha familiarità con ago e filo, cucire borse ecologiche, a partire da vecchi ritagli di stoffa (un’amica di un’amica di mia madre (!) ricava borse dalla tela di ombrelli rotti…)
• cercare di coinvolgere, in questi comportamenti, il maggior numero di persone possibili.

2. Il 21 sarà celebrata la “Giornata internazionale della pace”, istituita il 30 novembre 1981 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la quale sostenne che il Giorno sarebbe stato osservato come un giorno di pace e di non-violenza, invitando tutte le nazioni e persone a fermare le ostilità durante questa giornata. La risoluzione esortava tutti gli stati membri, organizzazioni del sistema delle Nazioni Unite, organizzazioni regionali e non governative ed individui a onorare il giorno in modo opportuno, sia con l’educazione e la consapevolezza pubblica, che con la cooperazione con le Nazioni Unite per la pace globale. E’ importante rendersi conto che per avere la pace a grandi livelli, bisogna prima fare in modo che ci sia a livello locale, partendo prima di tutto dalle nostre famiglie, gruppi di amici o di lavoro.

primopianomolise.it
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3. Il 26 è la Giornata europea delle lingue, indetta, il 6 Dicembre 2001, dal Consiglio d’Europa, con il patrocinio dell’Unione Europea, al termine di quello che fu l’anno europeo delle lingue. L’obiettivo è promuovere la conoscenza delle lingue e, tra gli scopi generali di questa giornata, compaiono la sensibilizzazione sull’importanza dell’apprendimento delle lingue per progredire nel plurilinguismo e la comprensione interculturale, favorire la diversità linguistica dell’Europa e promuovere uno studio delle lingue per tutta la vita. In occasione della Giornata, molti eventi vengono organizzati in tutta Europa: eventi per bambini (considerata la facilità di apprendimento di questa fascia di età), programmi radio e televisivi, conferenze.

Chiudo con la speranza di avervi aiutato a capire che l’autunno, con la sottile malinconia di alcune sue giornate (ma mia madre, ancora lei, cita di Victor Hugo una frase “La malinconia è la felicità di essere tristi….”), l’autunno, dicevo, è una stagione dorata che col tempo sa farsi amare. “D’altronde siamo realisti:la primavera è una promessa di felicità che non si avvera mai (e dopo qualche anno, uno lo impara), l’estate ti costringe comunque all’allegria (e le imposizioni non sono mai benigne), l’inverno è la metafora della morte, ma, come dice Epicuro se c’è la morte non ci siamo noi (troppo lavoro, troppa palestra, troppi incontri durante l’inverno). Non resta che l’autunno per tentare di stare bene…” Luca Ricci, “Noi che amiamo l’autunno” Corriere della Sera, Sabato 20 settembre 2014).
Indovinate chi (?) dice che ci sono bellissime poesie che parlano di questa stagione… Vi lascio immaginare quante me ne ha sottoposte; ho scelto le meno malinconiche…
Sono più miti le mattine/ e più scure diventano le noci/ e le bacche hanno un viso più rotondo./ La rosa non è più nella città./ L’acero indossa una sciarpa più gaia. La campagna una gonna scarlatta./ Ed anch’io, per non essere antiquata,/ mi metterò un gioiello.” (Emily Dickinson, L’estate è finita)

Che dolcezza infantile/ nella mattinata tranquilla!/ C’è il sole tra le foglie gialle/ e i ragni tendono fra i rami/ le loro strade di seta. ” (Federico Garcia Lorca, Mattino d’autunno).

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E ora, per favore, nessuno dica “Ma non ci sono più le mezze stagioni! O di qua o di là: bianco o nero, estate o inverno. Di che parli, Forna? Ce le hanno tolte da un po’ le stagioni intermedie, quelle dai colori pastello, quelle dei poeti e dei musicisti, l’autunno con le foglie morte e le maledette primavere.
Io vi dico: riprendiamoci i mesi di passaggio, il tempo delle riflessioni, delle incertezze e dei dubbi… Scopriamo i mille colori della vita, che sono molti di più di quelli della moda e che presentano sfumature infinite che neanche una scatola di latta di pastelli Fila, quella che mettevi nello zaino all’inizio della scuola elementare e che lasciava uscire un inconfondibile profumo ogni volta che l’aprivi, li può contenere!