Si sono da poche concluse le Olimpiadi e ho deciso: stavolta ve ne parlo anch’io… Quale miglior occasione per aggiornare il mio blog dopo un po’ di tempo? Lo faccio dando spazio al cantore della Rai delle grandi gesta compiute dalle ragazze della Nazionale femminile di volley che hanno vinto l’ultimo oro della spedizione azzurra. E’ stato il primo della storia di questo sport e l’hanno conquistato battendo in finale gli USA e perdendo un solo set in tuttto il torneo. Si tratta di Marco Fantasia, telecronista dal 2019-2020 anche del campionato femminile.
C’è stato un momento in cui ha capito che la nazionale avrebbe potuto vincere l’oro?
Nel momento della vittoria in VNL dopo aver battuto tutte le squadre più forti, tranne il tiebreak con il Brasile. Ma ero anche preoccupato per il periodo che comunque sarebbe trascorso prima di Parigi, con la possibilità di perdere questo stato di grazia, anche fisico, delle ragazze. Subito dopo è arrivato anche l’infortunio di Degradi a toglierci ulteriori risorse in posto 4. Durante il torneo olimpico ho atteso come spartiacque prima il quarto di finale e poi la finale, dove mi aspettavo di trovare il Brasile. A quel punto per me le ragazze avevano già raggiunto il top, l’oro è stata la ciliegina su una torta magnifica.
C’è stata la protagonista principale o è stata davvero la vittoria del gruppo?
Le protagoniste sono utili in un gruppo coeso e forte. Una singola campionessa ti può levare qualche castagna dal fuoco ma non sempre e comunque non nel lungo termine. In un gruppo forte tecnicamente e legato umanamente una giocatrice come Egonu (senza dimenticare tutte le altre, che hanno reso questa squadra un rullo compressore) fa la differenza e ti aiuta a vincere.
In cosa è stato decisivo Velasco?
Prima di tutto, nel restituire la Nazionale ad alcune titolari assenti agli Europei e poi a ridare alle giocatrici la consapevolezza della loro forza. Scordare l’errore appena commesso, concentrarsi solo sul prossimo punto e poi solo sulla prossima partita, senza guardare troppo verso obiettivi belli ma lontani… Il Qui e Ora sono stati elementi decisivi, perché hanno permesso di non disperdere energie mentali concentrandole invece sulla cosa più vicina da fare.
Perché invece la nazionale maschile non è riuscita a conquistare una medaglia?
Credo che ci troviamo di fronte a una specie di “crisi di crescita”. È vero che quasi tutti i ragazzi di De Giorgi hanno grande esperienza con i club e con la stessa Nazionale, ma non dimentichiamo che si tratta di un gruppo abbastanza giovane. Aver vinto subito, appena formato il nuovo gruppo, ha fatto impennare le aspettative, ma un momento storto ci sta. Peccato che sia arrivato proprio nel momento decisivo delle Olimpiadi, ma ci sarà tempo per consolidarsi e riprovarci tra quattro anni con una squadra ancora più forte di oggi. Comunque la rimonta contro il Giappone, anche se nascondeva qualche crepa emersa dopo, è stato uno dei momenti più esaltanti dell’intera Olimpiade.
Oltre a quella delle ragazze di Velasco, quale altra medaglia l’ha emozionata maggiormente?
Le medaglie sono tutte belle, perché coronano una lunga preparazione. Mi hanno fatto molto piacere quella di Alice D’Amato, genovese come me, e quella di Nadia Battocletti.
C’è qualcuno-a che invece l’ha delusa?
Ho sperato che i nostri velocisti potessero confermarsi, ma Jacobs in finale ha fatto un gran tempo che non è bastato per il podio, cosa gli vuoi dire…? Tamberi è arrivato a Parigi nelle peggiori condizioni fisiche possibili. Deluso sì, ma per l’esito, non certo da loro.
Che bilancio fa delle Olimpiadi? E delle critiche fatte all’organizzazione: le condivide?
Il bilancio dell’Italia è buono. Siamo partiti un po’ in sordina ma alla fine abbiamo lievemente migliorato il bilancio di Tokyo, che era già stato ottimo. L’oro delle ragazze del volley ha dato il tocco che aspettavamo. Ci sono state molte critiche all’organizzazione, è vero, ma questo avviene sempre. Mi ha stupito l’insistenza nel portare le gare nella Senna, sebbene fosse chiaro che la sicurezza sanitaria degli atleti non era garantita. A livello personale, non ho lamentele, tutto ha funzionato per la parte che mi riguardava direttamente. L’unica fatica ha riguardato gli spostamenti, perché tutti i luoghi degli eventi erano raggiungibili solo in tempi abbastanza lunghi. Ma anche questo succede quasi sempre, anche a Tokyo e a Rio era così.
Cosa ne pensa del dibattito su Malagò?
Sono questioni di politica sportiva (e di politica tout-court) alle quali non sono interessato.
Lei ha preso parte a diverse Olimpiadi: quale ricora con maggior piacere?
Non riesco a fare una graduatoria, anche se ovviamente l’oro delle ragazze fa pendere parecchio la bilancia verso Parigi. A Tokyo nonostante la pandemia sono riuscito a ritagliarmi qualche momento per fare il turista e trovo che sia una città estremamente affascinante. Rio era la prima e la prima non si scorda mai.
Guardando alla prossima stagione, chi vede come squadra favorita nei campionati di volley maschile e femminile?
Nel femminile penso che Conegliano sia ancora un gradino sopra tutte, ma non dimentichiamo che il sestetto titolare di Milano ricalcherà quasi fedelmente quello della Nazionale. La profondità delle panchine potrà fare la differenza sul lungo termine. Nel maschile Perugia e Trento riproporranno la loro sfida, vedremo se Monza sarà in grado di ripetere la stagione straordinaria passata. Civitanova vorrà riscattarsi.
E’ evidente che lei nutre una grande passione per il suo lavoro. Che consigli darebbe ad un giovane intenzionato a diventare telecronista?
Quando ho cominciato c’erano molte piccole radio private che permettevano di farsi le ossa e cominciare a costruirsi un futuro nel settore. Adesso è più difficile, ma la strada del lavoro sul campo è sempre la preferibile. Nel frattempo sono stati aperti molti canali streaming (quelli delle due Leghe volley, ad esempio), che per il numero di partite da coprire hanno bisogno di molto personale. Se non si riesce a trovare una buona “palestra” (e magari, con un pizzico di fortuna, un buon mentore) è sempre possibile mettere il video di una partita e provare a registrare scampoli di telecronaca anche a casa propria, per riascoltarsi, notando gli errori, e cercando di migliorare ogni volta il ritmo e la precisione. Inoltre, lo studio prepartita è importante per essere informato sui soggetti del nostro racconto e sul contesto. Professione non facile, soprattutto da raggiungere, ma è un mestiere splendido, che magari un giorno ti porta perfino a raccontare un oro olimpico…
Ringrazio Fantasia per la disponibilità dimostrata e gli auguro ancora tanti anni di soddisfazioni lavorative.
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