Come si può conciliare il mondo frivolo della moda con quelllo emotivamente forte di una comunità? Ce lo racconta Camilla Marioli, che abita in un piccolo paese della Valcamonica, in provincia di Brescia, ed è, prima di tutto, educatrice in una comunità.
Partiamo dal suo lavoro come educatrice: quando e come ha iniziato? Come lo valuta?
Ho cominciato a Maggio 2022, quando, mentre mi stavo laureando alla magistrale di Psicologia Clinica presso l’Università di Bergamo, ho trovato questo impiego tramite un annuncio su facebook. Si sta rivelando un’esperienza molto importante e formativa, anche se in futuro cercherò lavoro nell’ambito dei miei studi, ovvero la criminologia.
Quali le soddisfazioni e le difficoltà principali?
Le soddisfazioni sono legate al raggiungimento degli obiettivi che ci si è posti e all’aiuto concreto che si riesce a dare agli ospiti della comunità. Come si può intuire, le difficoltà sono molte perché si lavora con bambini e ragazzi vengono da situazioni difficili, con traumi emotivi e psicofisici che ne modificano il carattere.
Ha una figura importante di riferimento?
Valido sostegno è il mio responsabile che lavora in questo ambito da tanti anni e ha maturato quindi molta esperienza in questo settore. Studiare è una cosa, semplice se vogliamo, ma mettere in pratica quello che si è studiato non lo è: ci sono situazioni, sfaccettature per cui una laurea non può preparare e che solo lavorando sul campo si riesce a fare proprie. Avere al fianco qualcuno a cui esporre i propri dubbi e con cui confrontarsi è davvero importante.
Passiamo ora all’attività come modella: quando e come ha pensato di intraprendere la carriera?
Poco prima di compiere la maggiore età, un mio amico mi ha proposto di posare per lui per uno shooting. Da lì ho cominciato a farne altri per diversi fotografi, ho partecipato a qualche concorso di bellezza e ho lavorato come hostess e ragazza immagine.
Com’è stato il percorso finora? Quale l’obiettivo di oggi?
È sempre stato un lavoro che io definisco “a tempo perso”, perché, non vivendo in una città e studiando, ho sempre dato la precedenza ai miei studi preferendo altri lavori, come cameriera o barista, vicini a casa. In sintesi, quando avevo un giorno libero e ne avevo la possibilità, lavoravo come modella. Questa saltuaria occupazione è sempre stato un’extra e mai l’obiettivo prioritario della mia vita e sarà così anche in futuro.
C’è qualcuno cui si ispira nella vita di tutti i giorni e nella sua attività?
No, cerco di dare il massimo in tutto e di impegnarmi seriamente.
Cosa pensa del me too? Si è mai trovata in situazioni difficili?
Preferisco non rispondere.
Quale il primo fondamentale step per contrastare le violenze contro le donne?
Parlare, denunciare e aiutare. Ritengo non ci sia altro da aggiungere: questi tre verbi fanno riferimento ad azioni precise e concrete che si devono intraprendere, sempre e comunque.
Che opinione ha del mondo degli influencer?
Mi piace, ma non fa per me: non ho tempo di mettermi a fare video per pubblicizzare un prodotto, lavoro praticamente sempre e non ho mai smesso di studiare.
lnfluencer e beneficenza legata a prodotti commerciali: pericolosa e da evitare o fattibile? Che idea si è fatta?
Preferisco, anche in questo caso non rispondere, anche perché non ho conoscenza approfondita della questione.
Come riesce a conciliare tutti i suoi impegni con la vita privata?
Rinunciando a tante cose, per esempio non partecipo a feste e non esco per puro divertimento da anni. Nel tempo libero cerco di riposare, fare altri lavoretti, o passare il tempo con le amiche/ gli amici e la famiglia. Per farle capire: l’anno scorso sono andata in vacanza quattro giorni in estate, dopo otto anni che non mi prendevo delle ferie e non vedevo il mare. Sono soddisfatta delle mie scelte: preferisco lavorare che passare i sabati sera in giro a ubriacarmi come fanno in tanti.
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