Il 16 Luglio 2017 è una data che rimarrà nella storia del tennis e dello sport più in generale. A quasi 36 anni, come nessuno prima d’ora, Federer, infatti, ha trionfato a Wimbledon per l’ottava volta, staccando Sampras e Renshaw e stabilendo, così, l’ennesimo record della sua favolosa carriera. Il sogno suo, della sua famiglia e di milioni di tifosi, o addirittura discepoli ( David Foster Wallace parlo di Federer come esperienza religiosa), è stato realizzato ma ora ne arriveranno altri perchè, come dice Ligabue in una delle sue ultime canzoni, “sono sempre i sogni a dare forma al mondo” e anche alla carriera degli atleti. La vittoria numero cinque (dopo l’Australian Open, i due Master americani e il torneo 500 di Halle) di questo eccezionale 2017 è arrivata con tante magie (volée, aces, passanti, dritti, rovesci, dropshot) che gli hanno permesso di non perdere un set durante l’intero torneo e di battere nell’ultimo atto un Cilic con problemi fisici nel primo e secondo set e, quindi, lontano parente di quello che lo mise in seria difficoltà lo scorso anno nei quarti e lo battè nettamente nella semifinale degli US Open di tre anni fa. Il pericolo maggiore per Federer era, così, rappresentato quasi esclusivamente da un’eventuale distrazione mentale per quello che accadeva al suo avversario ma non si vincono diciannove slam per caso ed il Re del tennis è stato forte anche in questo. La partita si è decisa soprattutto all’inizio, quando il super giocatore elvetico ha portato a casa il primo set (6-3) con due break dopo aver annullato una palla break e dominato il secondo (6-1). Il terzo parziale è stato quello più equilibrato anche se Roger non ha concesso palle break ed ha strappato il servizio proprio nel settimo game, chiudendo poi con un ace nel decimo gioco (6-4).
Alla fine hanno pianto tutti: Cilic per aver avuto un problema fisico in un match così importante, la sua seconda finale Slam ma prima a Wimbledon, Federer per l’ennesimo record ed anche, anzi forse soprattutto, per aver visto tutti e quattro i suoi figli in tribuna.
Da segnalare la presenza nel royal box dei Principi Kate e William, molto felici di poter ammirare ancora una volta le gesta del Re del tennis. E non sarà l’ultima perchè proprio Roger ha confermato di voler tornare l’anno prossimo difendere il titolo, dopo essersi detto quasi incredulo per quello che è riuscito a fare. Già, probabilmente in pochi, pochissimi speravano in un suo ritorno a così alti livelli dopo che proprio a Londra un anno fa aveva giocato l’ultima partita del 2016. La scelta di fermarsi per ben sei mesi si sta rivelando sempre più vincente e, infatti, Federer non perde occasione per ringraziare il suo team e la sua famiglia che non gli fanno mai mancare il supporto, consigliandolo al meglio. A questo proposito, non si possono non citare tre aforismi: “non è forte chi non cade ma chi cadendo ha la forza di rialzarsi“(Jim Morrison), “quello che non mi uccide, mi fortifica” (Nietzsche) e “ciò chi si arrende non vince mai. Chi vince, non si arrende mai“( Napoleon Hill).
Era dal 2012 che Roger non conquistava Wimbledon, dove aveva pianto di gioia per la prima volta nel lontano 2003. Dopo le due finali perse contro Djokovic nel 2014 e 2015 e la sconfitta in semifinale contro Raonic dell’anno scorso a molti sembrava impossibile che tornasse a vincere ma, come disse Venditti in una sua famosa canzone, “certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano“. Ed era addirittura dal 2009 che non riusciva a esultare in due Slam (quell’anno fu la volta del primo e unico Roland Garros e del sesto titolo sul Centre Court dell’All England Club). Tra sette settimane, poi, inizia il quarto ed ultimo Slam del’anno, gli US Open, e, dopo un periodo di meritato riposo e i Master nord americani, il campionissimo di Basilea proverà ad aggiornare ancora una volta le statistiche ed i record. Intanto, da domani tornerà numero tre del ranking ATP dietro soltanto a Murray e Nadal, e, sebbene ormai a lui ed ai suoi tifosi interesssino soprattuto i tornei, anche questo è un risultato notevole, considerato che a inizio anno si trovava al numero 17.
Chiudo con una nota autobiografica, ringraziando e salutando i tanti fratelli e sorelle rogeriani, virtuali e reali, perché condividere con altri queste gioie( “tu chiamale se vuoi emozioni” per citare anche Battisti), è ancora più bello. E, da ultimo ma non certo per importanza (last but not least direbbero gli inglesi), un ringraziamenro anche ai miei genitori che mi supportano e a volte anche sopportano perchè, a volte, quando gioca Federer divento nervoso..
GRAZIE DI ESISTERE DIO DEL TENNIS!
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