Domenica 29 Gennaio, quando in Italia erano da poco passate le 13 e a Melbourne le 23, Federer ha scritto un’altra pagina della sua già grande storia. Probabilmente la pagina più emozionante e commovente, non solo per noi che lo seguiamo sempre con grande affetto, ma anche per lui… Lo confermano le lacrime, stavolta di gioia pura e un anche un po’ inaspettata. Conquistare, a trentacinque anni e qualche mese, il tanto agognato diciottesimo slam, battendo il rivale di sempre, Rafa Nadal, come non era mai riuscito a fare, cioè recuperando un break nel quinto set, non può lasciare indifferente nessuno. Nemmeno un grande campione.
Chi mi conosce bene, sa la gioia che ho provato in quei momenti, e che sto ancora provando. Grande è stata l’impresa compiuta da Federer: ho pianto anch’io e stavolta sono state lacrime di felicità e non più di delusione, come è successo tante volte, purtroppo, negli ultimi anni. Voglio ricordare le più recenti, per giustificare la gioia provata, difficilmente misurabile con aggettivi: la finale di Wimbledon 2014, le semifinali degli US Open 2014 e Wimbledon 2016 e l’annuncio dello stop forzato per sei mesi.
Immaginando quello che ha significato per me il risultato di domenica e le emozioni che ho provato (“tu chiamale se vuoi emozioni” per usare le parole di Battisti), alcuni abituali lettori dei miei pezzi hanno giustamente atteso che io scrivessi qualcosa. Conscio che tanto è già stato detto e del rischio di scadere nella retorica, sono stato molto in dubbio se farlo a meno. Molte voci autorevoli hanno riempito i giornali nei primi giorni di questa settimana, e non solo le testate sportive. Il campione è stato analizzato a 360°: come tennista, come avversario, come marito, padre, figlio… Cosa potrei io aggiungere? Ho, quindi, pensato fosse più utile (e anche più tranquillo per me!) creare un collage delle frasi più emozionanti comparse negli articoli di alcuni quotidiani. Un puzzle che non sarà completo in ogni sua parte ( mi limito a riportarvi ciò che ho letto sulla carta stampata che ho recuperato svaligiando l’edicola del mio paese), ma che penso sia più che sufficiente a creare una bella immagine del nostro campione.
Inizio con l’articolo di Semeraro (La Stampa) che afferma: “Roger Federer è tornato a coincidere con sé stesso. Sei mesi sabbatici…invece di prepensionarlo gli hanno svuotato la testa e rigenerato il corpo. La Forza è tornata con lui… Non batteva Nadal in un torneo del genere dal 2007, pochi credevano che sarebbe riuscito a farlo ieri mattina, con mezzo pianeta che gli sospirava innamorato a fianco. I campioni sanno ascoltare le voci che parlano all’anima(riferendosi al prezioso consiglio del suo coach Ivan Ljubicic, nda).”
Passo ora all’articolo di uno dei due non esperti di tennis che citerò, Sandro Veronesi, famoso scrittore, vincitore del premio Strega nel 2006 con “Caos Calmo”. Nell’ articolo apparso su La Gazzetta dello Sport, scrive: “E’ una lezione di vita, la sua vittoria, più che di tennis. Alzi la mano chi, due settimane fa, prevedeva che Federer avrebbe vinto il torneo: neanche uno, e complimenti a tutti per la sincerità. Ora alzi la mano chi ci sperava, chi lo desiderava, chi lo sognava: wow un mare di mani alzate… Esisteva, dunque, la sua vittoria nei nostri cuori, anche se non esisteva nel pronostico razionale, e non è che fosse balordo… Che Roger potesse vincere l’imprendibile diciottesimo Slam e che riuscisse a farlo contro il rivale che più di tutti gli altri l’ha messo sotto, è esattamente una di quelle cose che vengono fatte esistere dalla purezza con cui tanta gente ha continuato silenziosamente a sognarla… questa sua natura doppia, di campione che vive due esistenze distinte, una nella realtà e una nel fondo dei nostri cuori, è semplicemente venuta alla luce.”
Nella stessa pagina del quotidiano rosa, c’è anche l’articolo di Gene Gnocchi, famosissimo comico e anche lui grande tifoso dello svizzero. Egli rivela di aver scritto il pezzo “dal reparto di unità coronarica dell’ospedale di Faenza..” definendo Federer “unica ragione della mia vita, idolo al quale inchinarsi diuturnamente e Nadal ”uguale al ministro Alfano per tutto quello che di brutto mi ha fatto passare in questi anni.”
Riccardo Crivelli, inviato de La Gazzetta a Melbourne, comincia il suo pezzo così: “Apollo reincarnato. Il dio della bellezza si riappropria dell’Olimpo, trascende i secoli e lo spazio, si fa beffe delle rughe e degli affanni del tempo…, distillando dalla classe enorme, inimitabile, senza confini, l’elisir di eterna giovinezza, il balsamo della resurrezione. Assiso di nuovo in trono, Apollo canta la melodia che milioni e milioni di devoti volevano ascoltare un’altra volta, anche se fosse stata l’ultima volta: io sono il Tennis. E sono tornato.” E chiude con queste parole altrettanto degne di nota: “Che esempio, che lezione: pur baciato da un talento come non se ne sono mai visti, Roger non ha mai voluto smettere di imparare, di apprendere, di perfezionare quei dettagli che potessero continuare a tenerlo in paradiso…Così, quando il destino gli ha concesso un’altra chance, lui se l’è presa con il rovescio, assecondando i consigli di Ljubicic, il nuovo coach. In fondo l’eternità è un dono riservato solo agli umili.”
Chiudo la parte dedicata alla “Gazzetta” citando alcuni passaggi del pezzo di Gianni Valenti, partendo anche in questo caso dall’incipit : “Il Re del tennis è tornato. Roger Federer ha scritto una delle pagine più belle della storia dello sport… Straordinario Roger, ha battuto tutto e tutti, a cominciare dalla diffidenza di chi predicava che mai sarebbe potuto ritornare a questi livelli. Ma anche l’età ha dovuto soccombere sotto i colpi meravigliosi di questo fuoriclasse… senza ombra di dubbio l’icona del tennis.” Valenti evidenzia che “Le lacrime e quell’esultanza inusuale ce l’hanno restituito ancora più simpatico, vicino a noi… l’amico Roger… ha anche un cuore che batte forte.” Nella seconda parte del suo pezzo, il giornalista afferma che “la vittoria di Federer è l’esaltazione massima del bel tennis, della tecnica portata a livelli sopraffini. Il timbro indelebile è il rovescio a una mano che fa gonfiare il petto d’orgoglio a chi oggi ha più di 50 anni e non ha vissuto la rivoluzione bimane.”
Passando a Repubblica, non si possono non citare alcune frasi dell’articolo di Gianni Clerici, che tutti gli amanti del tennis già conoscono. Lo scriba, come è stato soprannominato negli anni, rivela che le sue sensazioni si sono rivelate esatte: “ Dopo le magnifiche prime partite di Federer, mi ero convinto che avrebbe vinto il torneo… ammirato… ero entusiasta di Federer, mentre Nadal mi lasciava qualche dubbio… “Sul momento decisivo della finale afferma:”Mi parve che il falco, l’invenzione di Mr Hawke, assumesse aspetti divini, simile a quelli della colomba. Quando simile sorprendente vicenda ebbe fine, sarebbero seguite molte parole insolite, nella loro commovente civiltà.”
Significativo che il giornalista segnali il dispiacere provato da Federer nel non poter avere tra il pubblico Peter Carter, il suo primo allenatore morto qualche anno fa. Anche lui, come Semeraro e Crivelli, dà molta rilevanza al consiglio psicologico, cioè pensare a sé stesso e non a Nadal, che Ljubicic e Luthi gli hanno dato e che Federer ha voluto rendere noto “ Non pensare a Rafa… Gioca libero come se il tuo avversario non esistesse”. “Una frase inattesa– scrive Clerici- che forse spiega meglio di qualsiasi considerazione tecnica quanto è avvenuto nell’ultimo set”. Importante la chiusura dell’articolo dello scriba, considerato che lui è uno che di finali ne ha viste tante, ma tante davvero: ”Non mi è accaduto spesso di vedere entrambi gli avversari sollevati da preoccupazioni esistenziali e entrambi soddisfatti di un match. Un match, se non proprio storico, molto insolito.”
Nella stessa pagina c’è anche un’intervista a Paolo Bertolucci, uno dei quattro moschettieri che vinsero la Coppa Davis nel 1976. L’ex tennista, da qualche anno telecronista di Sky, dichiara: “ lui è il tennis… certe magie, determinati colpi che riescono solo a lui sono il magnete che attira ineluttabilmente tutti.” A proposito del rapporto con Ljubicic, anche lui sottolinea che “è un’altra conferma della forza di Roger: saper ascoltare.” Chiude poi lanciando un appello “… mi piacerebbe che parlassimo sempre di Federer e non di quello che fanno Cassano o Balotelli: non sprechiamo spazio, cambiamo cultura sportiva, apprezziamo e inchiniamoci alla grandezza finché possiamo.”
Arrivando ora al “mio” “Corriere della Sera”, Gaia Piccardi, giornalista sportiva che spesso si occupa di tennis, teorizza quello che tutti i tifosi di Federer, ma non solo loro, pensano: “La vera verità, in conclusione di quest’esperienza mistica a stento contenuta dal perimetro del campo centrale di Melbourne, è che non abbiamo bisogno del replay per sapere che Roger Federer è il più grande tennista di ogni tempo.” Nella parte centrale del pezzo, poi, usa altre parole molto emozionanti: “…l’abbondanza di tennis nel braccio destro di Federer, 35 anni, una dose di natura come l’orecchio assoluto o il ritmo nel sangue che sostiene che lo svizzero sia il capitale umano più rispondente alla nostra idea di divinità e, per questo, ogni giorno di più, idolatrato.” E termina così:” I numeri (18 Slam, il primo da Wimbledon 2012), la top 10 riguadagnata, il senso di riconoscenza di noi tutti per la giustizia morale che questo trionfo incarna, non rendono. Al Federer che viaggia nel futuro…interessa l’intensità dell’abbraccio a rete con Nadal…, il senso di questo ritorno dopo sei mesi di stop.”
In un altro articolo, Gaia Piccardi, come del resto ha fatto anche Valenti, rende merito a Mirka, dal 2009 moglie di Federer, ma già al suo fianco dal 2000: “E al diciottesimo Slam, finalmente Mirka si sciolse…L’abbraccio è intenso: …si sentono chiaramente gli schiocchi dei baci che Mirka stampa… E’ la scena più simile a una manifestazione d’affetto di cui Miroslava Vavrinec in Federer si sia resa protagonista in pubblico da Sidney 2000. Ci voleva l’epica dell’impresa per stappare il serbatoio delle emozioni. Ci voleva la donna giusta perché Roger ricaricasse le pile nei sei mesi di stop forzato e tornasse a ricordarsi di essere il migliore.” Prosegue poi sostenendo che “Mirka è l’amministratore delegato della Federer Enterprise, certo ma soprattutto la madre di quattro gemelli…Mirka è al vertice di una struttura a forte impianto matriarcale (c’è anche la mamma Lynette): lei organizza i viaggi della tribù, dirige il traffico di tate, intrattiene la nuvola di celebrities che gravita nell’orbita di quella leggenda che è suo marito. Mirka ha voluto Roger e l’ha ottenuto. Poi, da intelligente capitano d’industria, s’è adeguata. Esultanza contenuta, mai un’intervista, presenza costante e discreta…” (Parole importanti, altra cosa rispetto ai commenti, talvolta al veleno sulla felpa rosa con tigre di Gucci…n.d.a)
Sempre sul quotidiano milanese, Marco Imarisio parla del rapporto tra lo svizzero e il maiorchino, scrivendo che ”gli avversari ti possono rendere migliore. Come sportivo, forse anche come uomo. Quel che Federer ha detto a Nadal non è melassa. ..” Il giornalista sostiene, infatti, che “ con la sua indomabile vitalità, Rafa ha obbligato Roger a diventare l’immagine della bellezza, del gesto antico. Il rispetto reciproco deriva dal loro legame indissolubile. Nessuno sarebbe quel che è senza l’altro. Si sono sospinti a vicenda, ognuno verso il proprio limite.”
Chiudo questa rassegna stampa con l’articolo di Daniele Azzolini su Tuttosport. “Un’impresa che pochi pensavano potesse ancora prendere forma e che ora sembra quasi scesa dal cielo, a rallegrarci e a farci fare nuove, alte considerazioni sullo sport, sulla sua bellezza, sui campioni che seguiamo, talvolta critichiamo, ma ci sono indispensabili. Ed è bellissimo che il diciottesimo Slam di Roger Federer, lo slam che non sarebbe mai dovuto arrivare, abbia preso forma con Rafa in campo, l’amico nemico… E’ il cerchio che si chiude, inondato di emozioni e lacrime, al termine di un match quasi puro per la bellezza che ha saputo esprimere il tennis al suo più alto livello…”
Nella stessa pagina Pietro Guerrini, come anche molti altri giornalisti, si sofferma sul rapporto tra Roger e Nadal: “Il Re che batte colui che è stato spesso la sua nemesi, che pur munito di talento assai inferiore lo batteva regolarmente. Un trionfo incredibile dieci anni dopo Wimbledon, per di più in rimonta. Di un re rinnovato, aggressivo come mai, determinato a non cambiare strategia e stile. Incapace di arrendersi, come è sempre stato l’avversario. Ne ha assorbito la volontà, consapevole che sarebbe stata un’occasione unica. Attraverso un quinto set di diritto già nella storia del gioco.”
Ho dato il via al puzzle di Federer vincitore…… Se chi mi legge ha articoli interessanti, apparsi su altra carta stampata o sul web, non esiti a riportarli o darne indicazione come commento a questo pezzo. Grazie!
Grazie, Roger Federer!
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