Dopo i ballottaggi di domenica delle importanti elezioni amministrative, si sono sprecati i commenti di politologi, giornalisti e intellettuali che hanno riempito pagine e pagine di giornali e servizi di telegiornali. Ho voluto anch’io dare un piccolo contributo tornando a intervistare Vincenzo Giannico, giovane candidato a Milano nella lista civica di Beppe Sala perchè ne apprezzo la lealtà, la coerenza e l’onestà di pensiero. Ero, perciò convinto che il suo punto di vista sui risultati sarebbe stato obiettivo, nonostante non sia riuscito ad entrare in Consiglio. Ciò non toglie che possa dare molto, come avrete modo di constatare leggendo le sue risposte.
Come giudichi il tuo risultato personale?
Devo essere sincero: quando si corre alle elezioni, l’unico risultato positivo è essere eletti e io non ho ricevuto abbastanza preferenze. Nonostante ciò, non voglio buttare il bambino con l’acqua sporca: ho ricevuto un numero notevole di voti personali che, per chi non è nativo di Milano come me, è un buon risultato. Soprattutto ho conosciuto persone magnifiche e costruito un team di teste pensanti che potrà dare ancora tanto alla città e, nel nostro piccolo, al Paese in futuro.
Se potessi tornare indietro, c’è qualcosa che non rifaresti o, invece, qualcosa che imposteresti diversamente?
Credo, personalmente, di aver fatto un’ottima campagna elettorale, nei contenuti, nella comunicazione e nelle attività organizzate, creando un ottimo team che ha portato all’elezione nel settimo consiglio municipale di una nostra ragazza, Martina Riva e che ha mancato per pochissimo il seggio in altri casi. Difficile dire cosa è venuto meno quando la tua coalizione vince e la tua lista ottiene un buonissimo risultato. Se potessi tornare indietro, però, cercherei comunque di dare una quadratura più efficace alla lista civica di Sala, che è rimasta lontana dai numeri del PD e ha sicuramente premiato chi aveva già avuto un’ esperienza di governo e meno i volti nuovi. E’ mancata quell’organizzazione che i partiti hanno consolidata da tempo e le liste civiche no.
Cosa vi è mancato per vincere al primo turno?
Beh Sala è arrivato primo. Vincere senza arrivare ai ballottaggi nelle grandi città, come dimostrano tutte le altre realtà chiamate al voto nella penisola, è impossibile dato l’alto numero di liste in lizza. I partiti minori cercano di mostrare un iniziale dissenso per poi allinearsi ai candidati di punta al ballottaggio. Bisogna anche riconoscere che Parisi, al netto della pessima coalizione a suo sostegno, ha fatto un’ottima campagna elettorale e ci ha fatto sudare.
Quale la carta vincente che vi ha, poi, consentito di prevalere sull’altra coalizione?
Credo siamo stati più bravi a riportare alle urne gli elettori che già ci avevano votato al primo turno, il che non è mai facile, e a portare dalla nostra parte persone che, al primo turno, avevano votato altro.
I Radicali di Cappato e la “Sinistra alternativa” di Rizzo hanno scelto di aderire al progetto di Sala e non si può negare che questo sia stato importante, mentre invece Parisi non è stato in grado di coagulare attorno a sé candidati simili, come Mardegan.
Come siete riusciti a recuperare il voto nelle periferie?
Sala ha messo al primo posto le periferie fin dall’inizio della campagna elettorale e la sua scelta è stata, alla fine, capita e ripagata.
Come pensi di mettere a frutto quanto hai appreso in questa esperienza?
La mia esperienza politica non finisce con queste elezioni. Sono state importanti, come la campagna referendaria sulle trivelle, e mi hanno insegnato tanto. Ogni consultazione è diversa e ti segna in maniera differente. Nel bene e nel male queste comunali mi hanno aiutato a crescere e farò tesoro dell’esperienza per le battaglie future. Sicuramente, la prossima battaglia politica sarà il referendum costituzionale che porterò avanti con buona parte del gruppo che ho creato per le amministrative. Ci stiamo già organizzando per costituire un comitato per il Sì. Inoltre, da membro individuale dell’Alde Party, credo ci sia molto da fare affinché molti giovani come me si trovino e si organizzino per portare avanti istanze liberali, democratiche ed europeiste: fuori dal PD e lontano dai populismi c’è molto altro.
C’è qualcosa del programma elettorale di Parisi che hai apprezzato in modo particolare e che voi non avete proposto o presentato con minore convinzione?
Più che del programma di Parisi ho apprezzato la persona, distante, almeno nei modi, dal centrodestra lepenista ed anti-Europa che lo ha appoggiato. Spero che, anche come membro di opposizione, riesca a cambiare un’area politica persa e senza idee, rimettendo al centro la razionalità e le libertà individuali e lasciando razzismo e populismi ai margini. Il dibattito politico di questo Paese ne ha più che mai bisogno.
Credi che i giovani abbiano colto a fondo le novità che avete studiato per loro e abbiano, quindi, votato per voi?
Non ho sottomano dati anagrafici per poter rispondere a questa domanda. Tuttavia è innegabile che il supporto dei giovani abbia dato una linfa vitale al comitato elettorale di Sala. L’ho visto nell’entusiasmo dei ragazzi e delle ragazze che ho coinvolto in prima persona, ma anche nel gran numero di giovani nello staff di Sala e di altri candidati. Come ho già detto nella precedente intervista i giovani hanno solo bisogno di opportunità per poter brillare.
Secondo te, siete stati penalizzati dal desiderio degli elettori di “punire” Renzi?
Da come poni la domanda sembra che Sala abbia perso. Innegabile che l’ex AD di Expo abbia perso 100.000 voti rispetto a Pisapia e su questo potrebbe avere influito anche la politica nazionale, ma occorre tenere conto di altri elementi. Il Movimento 5 Stelle ha preso 30.000 voti in più rispetto al 2010 e la Sinistra è stata meno unita di cinque anni fa. Probabile che alcuni elettori abbiano voluto dare un segnale a Renzi, ma questo è un modo irresponsabile di andare al voto, scollegato dalla realtà per cui si decide.
Hai riconosciuto a Parisi lealtà durante la campagna elettorale. Ti aspetti che porti avanti una opposizione costruttiva, come ha promesso dopo la sconfitta, criticando quella del quinquennio Pisapia?
Come già detto, Parisi ha condotto una campagna da gentiluomo. Speriamo mantenga l’atteggiamento anche durante il suo mandato all’opposizione e non si faccia trascinare da logiche di coalizione. Sono curioso di vedere anche se Salvini manterrà il doppio incarico (…. unito a quello da Europarlamentare), come già fatto nella legislatura precedente. Direi il triplo, visto che il suo primo lavoro è stare in televisione, mentre a Bruxelles in commissione non si vede mai.
Cosa ti aspetti dai pentastellati in Consiglio Comunale?
Spero si diano anche loro a un’opposizione costruttiva. Dubito questo accada, a giudicare da quanto avviene in Camera e Senato. Purtroppo per loro, quando si amministra bene, non hanno alcuno spazio di rappresentazione. Riescono a sfondare solo nelle città in malora, come appunto Roma, Livorno o Parma. A giudicare da quanto avvenuto negli ultimi due capoluoghi la loro forza rivoluzionaria non pare poi molto effettiva, anche per problemi di gestione del potere al loro interno.
Ringrazio ancora Vincenzo Giannico e gli auguro un forte in bocca al lupo per tutto…
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