È iniziato da qualche giorno Giugno, il Mese del Sole…E così è ancora chiamato, nonostante qualche ragionevole dubbio possa in questi giorni venirci, per il fatto che il 21 del mese il Sole raggiunge nel nostro emisfero, quello settentrionale, il punto più alto in cielo: è il solstizio d’estate che segna, almeno da un punto di vista astronomico, l’inizio di questa stagione.
Lasciamo da parte ogni altro preambolo e vediamo alcuni giorni particolari del mese in corso.
➢ Il 2 Giugno noi Italiani abbiamo celebrato la Festa della Repubblica e, precisamente il 70° anniversario. Non mi ripeto e rimando, chi non l’avesse ancora visto, al mio articolo scritto per quell’evento
➢ Il 13 si onora Sant’Antonio da Padova, così chiamato perché, pur essendo nativo di Lisbona, volle essere sepolto nella città veneta, dove morì dopo aver predicato, insegnato e operato grandi miracoli.
Nelle nostre campagne, è usanza raccogliere in questo giorno alcune spighe di frumento da donare come augurio di abbondanza.
Riti tradizionali in onore del Santo sono presenti in molte località della Penisola.
A Vasto, ad esempio, è molto sentita una processione per le vie del paese con la partecipazione di tanti bambini.
A Lamezia, si tiene una fiera che risale al 1720 e il giorno 12 il Sindaco, con la giunta comunale, offre il cero votivo portandolo nella Chiesa di Santa Maria degli Angeli, la chiesa dedicata al Santo che è protettore, insieme a San Francesco di Paola, della città, mentre migliaia di lucine e immagini di Sant’Antonio vengono esposte a finestre e balconi di Nicastro.
Non vi parlo dei festeggiamenti nella “sua” città, perché meriterebbero un pezzo a parte!
Vi voglio solo ricordare che Padova è definita “la città dei quattro senza”:
prima di tutto proprio del Santo senza nome: la Basilica a lui dedicata, infatti, viene universalmente definita “Basilica del Santo” e lui stesso è nominato semplicemente come “il Santo”;
poi del prato senza erba: il Prato della Valle è, infatti, una piazza, alberata, con un canale, ma senza erba;
quindi del cavallo senza cavaliere: si tratta di un cavallo di legno, su modello di quello del Gattamelata di Donatello, che fu eseguito su commissione della nobile famiglia dei Capodilista, per una giostra;
infine del Caffè senza porte e cioè il famoso Caffè Pedrocchi, le cui porte pare che non fossero mai chiuse. Ricordo che questo locale, definito da Stendhal “le meilleur café d’Italie”, fu aperto nel 1772. Oggi è di proprietà del Comune e da sempre è stato al centro degli avvenimenti e della storia cittadina. In una parete della Sala Bianca si trova ancora conficcata una pallottola sparata durante i moti del 1848.
➢ Il 21, dunque, è il primo giorno d’estate. Molti popoli hanno onorato nei secoli il Sole nel giorno del suo massimo splendore e potenza, con riti e innalzando monumenti spettacolari, in ogni parte del mondo, dall’Europa al Sudamerica.
Nell’Inghilterra della preistoria, ad esempio, a Stonehenge, fu eretto un tempio (osservatorio astronomico? calendario?) formato da enormi pietre che il sole con i suoi raggi penetra nel giorno del solstizio proprio in centro.
In questa località si tenne, fra il 1972 e il 1984, un festival musicale libero e ancora oggi, in occasione del solstizio d’estate, migliaia di persone ( hippy, seguaci del New Age, del Celtismo, della Wicca, o religione della natura, e di altre religioni neopagane) si ritrovano per festeggiare la giornata più lunga dell’anno.
( Una notizia che forse a qualcuno è sfuggita: il 6 settembre 2015 è stato dato l’annuncio, durante il British Science Festival, del ritrovamento di almeno 90 monoliti, sepolti a pochi passi da Stonehenge e risalenti a 4500 anni fa, che formavano una specie di grande arena)
Anche in molte località italiane, ancora oggi, si rievocano usanze particolari, si accendono grandi falò per celebrare il trionfo della luce, si preparano cibi e dolci, si addobbano le strade dei paesi e si danza sulle piazze. Vi cito solo qualche evento di più lunga tradizione, ricordandovi che spesso l’appuntamento è fissato nella notte tra il 23 e il 24 del mese, notte di San Giovanni, cristianizzazione del Solstizio d’estate
• Festa delle acque sulle rive del lago di Piediluco (Tr):il momento più spettacolare è la sfilata di barche allegoriche e il gran finale con lo spettacolo pirotecnico sul lago.
• La notte di San Giovanni a Barcis (Pn): ogni anno vengono ripresentate le tradizioni legate al patrono del paese con l’esposizione di erbe “magiche”, usanze molto antiche, ma anche del presente, letture, intermezzi musicali e degustazioni tipiche.
• Notte del solstizio d’estate a Turriaco (Go): l’appuntamento è animato da spettacoli con streghe, folletti, giocolieri, cantastorie e musicisti, mentre il percorso, che si snoda in una suggestiva cornice naturale, viene illuminato da numerose fiaccole.
• Falò di San Giovanni a Stregna (Ud): ogni anno, il 23 Giugno torna il tradizionale appuntamento, fino a qualche anno fa molto diffuso nelle valli del Natisone, accompagnato da numerose iniziative. Intatta l’atavica magia legata all’accensione del falò.
• La notte magica di San Giovanni a Sestino (Ar): nella Riserva Naturale del Sasso di Simone, al Rifugio Casa del Re, si festeggia la notte magica di San Giovanni.
L’inizio della stagione delle vacanze ( a proposito, come sono definite di solito le vacanze? Agognate, che diamine! Ma oggi che il lavoro non è più un diritto di tutti, mi pare che l’aggettivo sia caduto un po’ in disuso…), l’inizio dell’estate, dicevo, non può farci dimenticare che oggi viene celebrata la festa di San Luigi Gonzaga, eletto protettore dei giovani. Forse oggi sarebbe bene presentare qualche aspetto meno oleografico di questo santo e ricordare che morì di peste a soli 23 anni per essersi speso nell’assistenza degli appestati fino a portarne uno sulle spalle all’ospedale. Un esempio di abnegazione e servizio degli umili che oggi potrebbe dare qualche insegnamento!
Giugno è un mese in cui ricorrono gli onomastici di molti italiani, magari non tutti giovanissimi…
➢ Il 24 del mese ricorre la festa della natività di San Giovanni Battista, San Giovanni delle cipolle, si dice dalle mie parti. Nei giorni intorno a questa data, infatti, vengono tolte dal terreno le cipolle, lasciate asciugare sullo stesso e poi appese a mazzi in un luogo ombreggiato e arieggiato. Ma non solo, la notte tra il 23 e il 24 si raccolgono le noci con il loro verde mallo, bagnato dalla rugiada, per preparare il nocino.
La notte di San Giovanni è comunque legata a molte tradizioni e credenze popolari diffuse in tutta Italia, come già vi ho detto. C’è un proverbio conosciuto in varie regioni che indica alcuni dei sortilegi legati alla magica notte: “La notte di San Giovanni decide il mosto, i matrimoni, il grano e il pane” (qualcuno, dice il grano e il granoturco…).
Dalle mie parti, in un passato neanche tanto remoto, le ragazze in cerca di marito la sera del 23 esponevano sul davanzale della finestra un bicchiere contenente l’albume di un uovo. Il mattino dopo, trepidanti, controllavano cos’era successo: se la superficie presentava bollicine, il principe azzurro era vicino, se invece tutto era rimasto uguale, bisognava aspettare ancora un bel po’ e un altro 24 Giugno per avere il responso, magari favorevole!
Per molte altre credenze legate a questa notte, vi rimando a www.placidasignora.com (blog di Mitì Vigliero), con un articolo pubblicato il 23 Giugno 2009.
Sono numerosissime i riti legati a questo santo e alla notte magica del 23/24. Se avete la curiosità di conoscerne qualcuno, potete visitare, ad esempio, per l’Abruzzo www.abruzzo24ore.tv; per la Sardegna www.sardegnacultura.it, per la città di Genova, di cui San Giovanni è patrono, www.visitgenoa.it .
A dimostrazione di quanto ho detto sopra in merito agli onomastici del mese, Giugno si chiude con la festività di due pilastri della Chiesa.
➢ Il 29, infatti sono ricordati San Pietro e San Paolo, protettori della città di Roma. Proprio in questa città, sull’Appia Antica, al bivio con la via Ardeatina, nella chiesetta del “Domine quo vadis” o Santa Maria in Palmis, si custodisce la pietra marmorea con l’impronta di piedi nel luogo dove la tradizione vuole che sia avvenuto l’incontro fra Pietro, che fuggiva dalle persecuzioni di Nerone, e Gesù. L’episodio narrato negli Atti di Pietro, riferisce lo scambio di battute fra i due, da cui il nome con cui è chiamata anche la chiesetta. “Domine, quo vadis?” (Signore, dove vai?), chiese Pietro. “Eo Romam iterum crucifigi” (Vengo a Roma per essere crocefisso una seconda volta) rispose Gesù. A queste parole Pietro capì che non doveva fuggire dal martirio e tornò indietro.
La piccola lastra di marmo, che si trova al centro della chiesa, e che è copia di un rilievo conservato nella vicina basilica di San Sebastiano fuori le mura, è in verità un ex voto pagano offerto al dio Redicolo (dal “rĕdire”, ritornare, quindi divinità che protegge il ritorno) da un viaggiatore per il buon esito del suo viaggio, oppure al ritorno, come segno di ringraziamento. Infatti, un ex voto simile è visibile nei Musei Capitolini.
Ed ora, buone vacanze a chi le ha programmate in questo mese, buona, e spero piacevole, lettura a tutti.
Consiglio di mia madre a tutte le ragazze dai 16 ai 93 anni, come dice Lina Sotis: se partecipate a una festa nella notte del solstizio d’estate o in quella magica di San Giovanni, indossate un capo dell’ultima collezione di Dolce e Gabbana. Un vero inno all’estate, con l’esplosione del rosso dei papaveri e il bianco delle margherite.
W l’estate!
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