Oggi, 8 marzo, non è solo l’importante ricorrenza della Festa della Donna, ma è anche il compleanno di uno dei miei artisti preferiti che proprio al mondo femminile ha dedicato molti dei suoi testi. Per chi ancora non l’avesse capito, sto parlando di Antonello Venditti, uno dei cantautori più famosi della cosiddetta scuola romana. Possiedo tutti i suoi album, alcuni ovviamente grazie ai miei genitori, e sono stato spesso a suoi concerti.
Per celebrare il suo compleanno e la festa della donna insieme, ho scelto di proporvi alcune canzoni fra le più significative che Venditti ha in qualche modo incentrato sulla figura femminile.
Marta (1974)
Non è certo una canzona molto famosa, ma mi è parso giusto metterla in quanto fu proprio la prima dedicata all’universo delle donne. Collocato nel terzo album di Venditti, “Quando verrà Natale”, il testo parla di una ragazza in lotta per la libertà, tema tra l’altro molto sentito dal cantautore e ancora così attuale.
Lilly (1975)
Questo testo è inserito nell’omonimo album, il quarto di Venditti, che ebbe un grande successo. In Lilly, oltre alla problematica figura femminile in esso così sapientemente delineata, infatti, il cantautore romano affronta anche la piaga della dipendenza dalle droghe. Si contraddistingue grazie alla ripetizione, al limite del maniacale, del nome, e dalla prospettiva dell’uomo che pensa alla ragazza in modo malinconico, con evidente nostalgia. “Questa è una canzone che non faccio da tanti anni. Una storia vera di eroina . Negli anni settanta i drogati erano considerati criminali e si criminalizzavano i sentimenti, l’eroina era una droga di Stato ” così Venditti presentò la canzone al concerto che tenne a Roma esattamente due anni fa.
Segnalo che questa canzone è stata giustamente usata come sottofondo in un episodio della serie “Romanzo Criminale“.
Sara (1978)
Questa canzone molto famosa è contenuta nell’album “Sotto il segno dei pesci”. Venditti parla di una ragazza in maternità che assume un atteggiamento remissivo di fronte al ragazzo da cui aspetta un bambino. L’attenzione che le rivolge il compagno è superficiale, lui è solo in apparenza premuroso nei suoi confronti mentre, in realtà, ascoltando bene le parole, si capisce che, se non è quasi cinico, come qualcuno sostiene, è perlomeno immaturo.
Giulia (1978)
Questa è un’altra canzone inserita nell’album “Sotto il segno dei pesci”. La si può definire una ballata, come Lilly. Nel testo il cantautore romano tratta in prima persona del rapporto tra due donne amichevole o affettivo, se si vuol dar retta ad alcune letture. Lo stesso Venditti supplica questa immaginaria Giulia – femminista oltranzista o lesbica – di non togliergli l’altra alla quale egli è legato da grande affetto. ” Mi sono trovato in concorrenza con una donna per un’altra donna ma l’amore è solo amore non potere o sopraffazione ” le sue parole su questa canzone(ma forse sono superflue)
Ci vorrebbe un amico (1984)
Presente nell’album “Cuore”, questo pezzo è stato ispirato da un momento negativo e triste della vita del cantautore, la separazione dalla moglie Simona Izzo. Un periodo molto difficile per lui che, come ha raccontato durante alcuni concerti, lo portò per un po’ di tempo a Milano. Una volta tornato nella capitale, fu un amico, Lucio Dalla, che lo aiutò a trovare casa.
Il testo originario comprende un preciso riferimento al conduttore Maurizio Costanzo (per il quale la moglie l’aveva lasciato). “Il resto è vita” era, infatti, la frase che il noto anchorman usava per concludere tutte le puntate del suo “Costanzo Show“. La frase fu sostituita dal verso “comunque sia finita”…
La canzone ha avuto un grande successo così come l’album in cui era contenuta che conquistò la Vela d’Oro come disco più venduto dell’anno 1984.
Nella canzone viene anche citato il poeta Dante Alighieri (nei versi “Amor che a nullo amato amore, amore mio perdona”, parafrasi di due versi del V canto dell’Inferno, il canto di Paolo e Francesca che il Sommo Poeta immagina di incontrare nel cerchio dei lussuriosi).
Ricordati di me (1988)
Inserito nell’album “In questo mondo di ladri”, è il primo di tre testi che Venditti dedica alla ex moglie. Canzone molto dolce e romantica, ricca di immagini suggestive.
Alta Marea (1991)
Cntenuto nell’album “Benvenuti in paradiso”, in realtà questo testo sentimentale non è di Venditi, ma è una cover della canzone “Don’t Dream It’s Over” dei Crowded House, gruppo rock australiano, guidato dal neozelandese Neil Finn. Nel nostro Paese, solo la versione del cantautore romano ebbe grande successo e Venditti ha inserito nel video una giovanissima Angelina Jolie.
Amici mai (1991)
Contenuta nello stesso album della canzone precedente, rappresenta il secondo testo dedicato all’ex moglie.
Ogni volta (1995)
L’artista ha definito questa canzone la più bella da lui scritta sull’amore, sebbene descriva il momento dell’addio definitivo alla persona che rappresenta proprio quel sentimento. Questo testo completa la trilogia dedicata alla ex moglie, dopo “Ricordati di me” e “Amici mai”.
Che tesoro che sei (1999)
Nell’anno dei suoi cinquant’anni, Venditti decide di festeggiare con un nuovo album, “Goodbye Novecento”, in cui non può mancare una canzone sentimentale che, nello stesso tempo,si presenta anche abbastanza allegra, quasi scanzonata.
Dalla pelle al cuore (2007)
Questo testo, che anticipa l’uscita dell’omonimo album, è dedicato da Venditti ai suoi due genitori e, in particolare, alla madre, scomparsa pochi mesi prima.
La mamma è sicuramente la figura femminile più importante nella vita di ciascuno di noi; a lei, cui lo legava un sentimento contrastante, Venditti ha dedicato pagine e pagine del suo libro “L’importante è che tu sia infelice” pubblicato nel 2009 da Arnoldo Mondadori Editore; il titolo è una frase che lo stesso Venditti si sentiva spesso dire dalla madre. “…Non l’avrei mai scritto, questo libro, se lei non fosse morta. Mi ha lasciato un baule pieno dei suoi diari, che non ho il coraggio di aprire, perché temo di scoprirvi una persona diversa da quella che non mi ha mai riservato una buona parola. Voleva controllarmi in ogni mossa, sperava nei miei fallimenti, nella fine delle mie storie con le donne. Non mi ha mai detto che una mia canzone fosse bella. Due anni fa, quando è scomparsa, ho venduto la casa dei miei genitori. Devo alla durezza di Wanda la mia rivendicazione della libertà, il percorso fatto per cercare me stesso. Forse la mia voce è la sua. Quando mi rileggo mi scopro a pensare di me stesso: “lui scrive”… ». Della madre, capita di sentir raccontare anche durante i suoi concerti…
Tornando alla canzone, il video è ambientato in Italia e parla della storia di due innamorati, interpretati da Francesco Venditti, figlio del cantautore, e Giulia Elettra Gorietti.
Unica (2011)
Anche questa canzone è uscita prima come singolo, seguita dall’album cui ha dato il nome. Un brano un po’ malinconico che parla di una coppia spezzata con lui che non riesce a smettere di pensare a lei. Anche in questo video, girato tra Roma e l’Islanda, compare il figlio di Venditti.
Cosa avevi in mente (2015)
La canzone costituisce il brano di lancio, uscito come singolo proprio l’8 marzo, dell’ultimo album di inediti, “Tortuga”. Ascoltandolo, sembra di risentire il Venditti consueto, quello pop,ma ben presto il brano si fa profondamente riflessivo nei versi: “Quando hai fatto a pezzi/ in briciole il divano/ insultando tua madre”, fino ai versi nei quali esplode quasi un grido di speranza: “Ma perché sono sempre/ la peggiore di tutte?!”. Qualcuno ha riscontrato nel testo un misto di “psicologismo e lotte generazionali, che accomunano molte ragazze che hanno l’età della protagonista e, in un sol colpo, caratterizzano poeticamente l’intero brano e la vita che scorre di madre in figlia“.
Auguri a Venditti, a tutte le donne che lui ha cantato e a tutte le donne che leggeranno questo pezzo.
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