Accadde Oggi: ultimo Mondiale Ferrari, primo iPod, politica e anche storia

Oggi è un giorno importante per gli appassionati di motori e della Ferrari in particolare. Si celebra, infatti, il primo e a tutt’oggi anche ulimo mondiale della Rossa nell’era post Schumacher, quindicesimo per la scuderia di Maranello. IL 21 Ottobre 2007, infatti, nell’ultimo GP, che si disputò in Brasile a Interlagos, Raikkonen vinse, davanti all’altro pilota della Ferrari, Massa, una gara ricca di emozioni, compiendo un vero miracolo, rimontando tanti punti a entrambi i piloti della McLaren, Hamilton e Alonso. Il finlandese, così, riuscì a vincere il Mondiale alla sua prima stagione con la Ferrari, come fecero solo altri due piloti, Fangio (1956) e Scheckter (1979), e terzo finlandese a diventare campione del mondo dopo Robserg e Hakkinen.

Il 21 Ottobre si ricordano, tuttavia, anche altri fatti. Nel 2000, per esempio, fu presentato ufficialmente il primo iPod, il lettore musicale della Apple diventato col passare degli anni uno status symbol. La prima generazione conteneva un hard disk ultrasottile dalla capienza di 5 GB. Molto compatto e facile da utilizzare, si azionava tramite una ghiera meccanica circolare che consentiva di scorrere rapidamente nella libreria musicale con l’uso del solo pollice. Per la sincronizzazione del lettore, Apple prevedeva una connessione FireWire, ben 35 volte più veloce della USB 1.1. La prima generazione di iPod si poteva utilizzare solo con computer Macintosh. Resta celebre per essere stato il primo dispositivo portatile capace di riprodurre musica prodotto dalla Apple inc. Successivamente ci sono state ben altre cinque generazioni di iPod, che si distinsero per la capacità e le dimensioni. L’iPod smise di esser prodotto dal settembre 2014 e il CEO, Tim Cook, usò queste parole: « Non abbiamo più trovato le componenti, in nessun luogo della Terra. Non ho brandito l’ascia dicendo: “Chi posso uccidere oggi?”. Il lavoro ingegneristico era impressionante, il numero degli acquirenti davvero ridotto. È sembrato vi fossero delle alternative ragionevoli. »

webnews.it
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Non poteva mancare un fatto politico: il 21 Ottobre 1998, infatti, D’Alema giurò di fronte al Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, dando inizio al suo primo Governo, che durò fino al 22 dicembre dell’anno successivo. Questo Governo fu il cinquantatreesimo della nostra Repubblica e il secondo della tredicesima legislatua, dopo il primo Governo Prodi, in carica dal 17 maggio 1996 dopo le le elezioni politiche svoltesi il 21 Aprile e terminato a causa della crisi provacata da Rifondazione comunista, che decise di non far parte del Governo D’Alema.

lavocedeisenzavoce.altervista.org
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Il primo esecutivo con a capo D’Alema fu composto da 25 Ministri, 56 sottosegretari e 1 viceministro per un totale di ben 83 membri, Premier compreso. Tra le personalità più rilevanti si ricordano l’attuale Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, all’epoca vice Presidente del Consiglio, Pierluigi Bersani (segretario del PD dal 2009 al 2013), Ministro dell’Industria, commercio e artigianato, Enrico Letta (premier dall’aprile 2013 al febbraio 2014), Ministro per le politiche comunitarie, Carlo Azeglio Ciampi (Presidente della Repubblica dal 1999 al 2006), Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, Fassino (segretario dei DS dal 2001 al 2007 e sindaco di Torino dal 2011), Ministro per il commercio con l’estero.

Il 21 Ottobre rappresentò anche la svolta decisiva nelle guerre napoleoniche: quel giorno del 1805, infatti, si combattè la battaglia di Trafalgar, dal nome del promontorio spagnolo sull‘Oceano Atlantico, situato a nord-ovest dello stretto di Gibilterra. Questo epico scontro vide la pesante sconfitta della flotta franco-spagnola e l’uccisione dell’ammiraglio Nelson, onorato dagli inglesi come eroe nazionale. Così, la flotta britannica Royal Navy restò dominatrice incontrastata fino alla prima guerra mondiale, ponendo fine in modo definitivo al secolare duello anglo-francese per il controllo degli oceani: Napoleone fu inoltre costretto a rinunciare all’idea di invadere la Gran Bretagna.

La vittoria britannica fu resa possibile grazie alla scelta adottata dall’ammiraglio Nelson di non usare più le tattiche navali prevalenti, che prevedevano di affrontare una flotta nemica disponendosi in una singola linea di battaglia parallela al nemico per agevolare la segnalazione in battaglia, il disimpegno e per ottimizzare il volume di fuoco verso le aree di destinazione. Nelson, invece, pensò di frammentare le sue più piccole forze in due colonne disposte in modo perpendicolare contro la flotta nemica più forte, con ottimi risultati.