Nella notte negli Stati uniti d’America si è svolto finalmente il primo dibattito televisivo delle primarie democratiche per le elezioni presidenziali del prosssimo anno. Dopo un’estate travagliata, caratterizzata da incidenti e piazze semivuote mentre esplodeva sorprendentemente la stella di Bernie Sanders, Hillary Clinton ritorna al centro della scena: da un punto di vista dialettico il confronto ha visto prevalere lei e il senatore socialdemocratico del Vermont, ma l’ex segretario di Stato si è dimostrata non solo più sicura di sé, ma anche più presidenziale.
Contraddistinto per il pathos attraverso il quale argomenta i suoi ragionamenti e anche per una sincerità che a volte assomiglia tanto a ingenuità, Sanders è stato trafitto dalla Clinton negli unici due punti deboli: l’atteggiamento rinunciatario sulle armi da fuoco e l’illustrazione non perfetta delle sue idee ispirate al socialismo, che ha fornito all’ex segretario di Stato la possibilità di invitarlo a «pensare a riformare il capitalismo anziché alla rivoluzione».
Nel momento più complicato per Hillary, quando il conduttore Anderson Cooper ha portato il discorso – in modo aggressivo – sul tema più delicato, quello delle email collocate in un «server» privato della famiglia Clinton anche durante la sua attività di governo, a sorpresa proprio Sanders l’ha aiutata, con un gesto lodevole. Alle domande del giornalista della Cnn, l’ex first lady replica con tono quasi stizzito: «Questi sono argomenti da campagne di parte. E’ la materia sulla quale mi attaccano i repubblicani che hanno trasformato un’indagine parlamentare generale in un processo contro di me». Cooper tentra di rispondere , sostenendo che il problema non deve essere così irrilevante, considerato che l’Fbi ha avviato un’indagine, ma quando va alla ricerca di una sponda negli altri candidati, riceve una secca replica da un Sanders adorato con lui e con tutti i giornalisti che si interessano di posta elettronica «anziché preoccuparsi della gente che perde il lavoro, del crollo del ceto medio, dei 27 milioni di americani che versano in condizioni di indigenza».
Gli altri candidati mostrano di pensarla come Sanders. Il conduttore potrebbe ribattere che da questa gestione superficiale delle email possono derivare problemi di sicurezza nazionale e di arroganza del potere, ma le parole pesanti di Sanders («La gente è stufa di questa storia») e l’ovazione del pubblico hanno modificato radicalmente il clima: Hillary ostenta gioia per aver evitato il pericolo, ripete più volte «anch’io sono stufa, anch’io» stringe con enfasi la mano di un Sanders che inizia a temerge l’autogol, e si lascia addirittura andare a qualche risata a voce alta.
Riguardo gli altri candidati c’è poco da segnalare: l’ex senatore e governatore del Rhode Island, Lincoln Chafee, si cimenta in una scialba performance, rimanendo ai margini del confronto, come conferma anche il cronometro: parla per 9 minuti rispetto ai 31 di Hillary e ai 28 di Sanders. Neanche Jim Webb, ex senatore della Virginia, ce la fa ad ines risi nel vivo della di attimo, mentre va meglio l’ex governatore del Maryland, Martin O’Malley: più all’atracco, aggreduce la Clinton appena nè intravede la possibilità ma sempre con stile. SI dimostra molto telegenico nel modo di porsi, nel modo di parlare e di guardare la telecamera. SI vede che si è preparato adeguatame, ciò, però, è sufficiente a togliergli l’immagine di avversario improvvisato.
Tornando a Hillary, non ha ancora perso l’«handicap» della scarsa capacità comunicativa. Martedì sera è sembrata brillante e sicura di sé, ma non simpatica. A un attacco di O’Malley ha replicato, senza scenere nel merito, con un regale e distaccato: «Ricordo ancora quando, nel 2008, hai appoggiato la mia candidatura alla Casa Bianca. E ti considero ancora un amico». Come dire: stai buono e magari ci sarà qualcosa anche per te. Arroganza da famiglia regnante, di sicuro, ma quanto Cooper glielo ha fatto notare, Hillary si è dimostrara abile a spiegare che in politica c’è bisogno della passione ma anche dell’esperienza, cosa che a lei non manca di certo.
Il vero sconfitto potrebbe essere uno che non era presente al confronto tv, ossia Joe Biden: se era intenzionato di annunciare una sua candidatura perché quella della Clinton, a causa dei tanti infortuni, sè brava ormai incrinata, sarà costretto a ripensare i suoi progetti, considerato che la strada di Hillary verso la nomination democratica è un po’ più in discesa.
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Pubblicato da Paolo Fornasari
giornalista pubblicista per Corriere della Sera( Corriere del Trentino) Mondo Padano, blogger, addetto stampa della U.S. San Bartolomeo, del comitato FierAgrumello, del comitato "Salviamo il territorio" (Grumello Cremonese) e della Pro Loco Vedi tutti gli articoli di Paolo Fornasari