Nelle corsa alla poltrona di successore di Obama, è accaduto oggi un fatto molto rilevante: il Il settantaquattrenne senatore “socialista”, Bernie Sanders, ha sopravanzato per la prima volta in un sondaggio Hillary Clinton, da tutti ritenuta la grande favorita nelle primarie del Partito Democratico. Il sorpasso si è verificato in Iowa, come sempre il primo Stato in cui si voterà con i caucus in febbraio, le assemblee di iscritti. Nel sondaggio della Quinnipiac University Sanders ottiene il 41 per cento contro il 40 della ben più quotata rivale.
Naturalmente è prematuro affermare che l’ex first lady ed ex segretario di Stato sia in crisi, ma propio in Iowa l’allora senatore Barack Obama sconfisse a sorpresa la Clinton nel 2008 per poi vincere la nomination. Ci sono, però, tre fattori che possono, comunque, tranquillizare Hillary. Il primo è che, a differenza di Obama, Sanders ha una base elettorale limitata al New England. Secondariamente, non è proprio una faccia nuova nel panorama della politica americana, da sempre in Congresso. Da ultimo, poi, il senatore “socialista” ha posizioni liberal che, se riescono a mobilitare la base democratica, è improbabile che riescano a esser attrattive a livello nazionale.
L’ascesa di Sanders, tuttavia, evidenzia le debolezze della Clinton. Lo scandalo delle e-mail di quando era Segretario di Stato gestite dal suo server personale non è affatto dimenticato: ieri, infatti, Hillary ha deciso di scusarsi per la prima volta per “l’errore”, ma potrebbe rivelarsi tardi per demolire l’immagine di scarsa trasparenza.
Inoltre, non è ancora esclusa completamente la candidatura del vicepresidente Joe Biden. La sua attività non si placa, anzi aumenta: oggi sarà accanto al governatore dello stato di New York Andrew Cuomo che annuncia un aumento del salario minimo per tutti i lavoratori a 15 dollari l’ora da 8,75 dollari, il più alto del Paese.